Si può davvero diventare adulti col prof. Giulio Cesare Giacobbe?
Si.
Assolutamente.
Ne sono convinta e convince ancor di più questa intervista cruda, spontanea e utile a chi, direbbe Giacobbe “si è rotto le scatole di soffrire”.
La sofferenza è uno stato infantile, poiché in esso ci sono i classici comportamenti di chi ha dipendenza, di chi non è capace o non si sente pronto ad affrontare la vita.
E questo è tipico (e normale) dei bambini proprio perché la loro crescita serve ad abituarsi, progressivamente con distacco, a stare da soli.
Inizialmente nasciamo come creature dipendenti: nel cibo, nell’affetto, nella materialità.
Poi intorno ai 2/3 iniziamo la nostra autonomia fino ad arrivare all’adolescenza, in cui maturità sessuale e cognitiva sono pronte a vivere la vita.
Una vita fatta di sbagli?
Sicuramente, che si trasformeranno in lezioni per crescere.
Una vita in cui piacere e dolore si mescolano?
Certo!
Ed è così che sperimentiamo e diventiamo adulti.

Si chiama apprendimento esperienziale.
Si chiama vita!
La nostra mente “è un mucchio di plastilina” ed è modificabile e plasmabile se e solo se decidiamo di farlo.
Come?
Semplice.
Ascoltate la soluzione direttamente dalle parole di Giacobbe che, con estrema capacità e semplicità ci spiega le tappe per una crescita armonica e sana.
Sia per noi adulti (in realtà apparenti) che per i nostri figli.
La maturità avviene nel momento in cui siamo indipendenti.
Nel momento in cui ogni fornitura affettiva esterna è un piacere, non un dovere o una ricerca sconsiderata.

I passi secondo il prof. Giacobbe per diventare adulti
Il primo passo necessario è l’indipendenza economica: con essa comprendiamo la nostra produttività, la nostra forza e capacità di sopravvivere.
Prima si diventa autonomi e si comprende come possiamo esistere senza l’aiuto e il sostegno di nessuno prima diventiamo maturi a tal punto da fare carriera e diventare chi realmente vogliamo diventare.
L’emancipazione avviene senza “benessere economico”, ed è forse questa la causa più grande delle nevrosi diffuse nei paesi occidentali, continua il professore, poiché “tenere” ancora chiusi in casa i propri figli e mantenerli trasmette un messaggio : “non sei capace di farcela da solo”.
Questo genera sfiducia, genera immaturità e genera frustrazione.
Diamo a noi stessi e ai nostri figli l’opportunità di crescere da soli.
Di lasciarci vivere e sopravvivere, anche di fronte al più grande dei problemi.
E’ nella difficoltà che trasformiamo la nostra personalità.
E’ nella sofferenza che il cuore si allarga e diventa grande, come noi.
In questa generosa intervista il prof.Giacobbe illumina la strada di una civilità così opaca e oscura a volte che forse, ci vuole bambini.
Ci vuole piccini.
Perchè?
A voi la risposta.
SEI è uno stimolo al pensiero critico.
Trovate la vostra crescita, trovate le informazioni che vi servono.
Abbiamo più fiducia in noi e nelle nostra potenzialità.
Siamo più forti e grandi di quello che pensiamo.
Ringrazio il prof.Giacobbe, le sue parole spontanee e dirette, la sua ricerca e psicoterapia evolutiva e ringrazio questa giornata…in cui forse mi sono sentita come una bambina lo ammetto, la mattina di Natale.