L’epidemia avanza senza sosta e oltrepassa qualunque confine geografico; nel frattempo ci pensa Angela Chianiello (Angela da Mondello per gli amici) a caricare l’animo dei negazionisti con il suo nuovo tormentone musicale.
Ricordate Non Ce N’è Coviddi? La famosa risposta di una signora dal nome Angela ad una giornalista sulla spiaggia di Mondello?
La casalinga siciliana con i suoi 170 mila followers, inseguito alla notorietà avuta grazie alle telecamere di “Non è la D’Urso” e ai diversi meme, remix realizzati sulla frase pronunciata involontariamente; e dopo aver sponsorizzato beveroni dimagranti come una vera imprenditrice digitale, ha deciso di lanciarsi nel mondo discografico con una canzone, o meglio dire con un tormentone.

Il tema è sempre lo stesso.
“Non ce n’è, non ce n’è”.
Ma cosa?
Non si nomina il Covid, ma è chiaramente sottinteso. Così come invece è lampante il messaggio finale rivolto al Premier Conti.
“Questo è un video-messaggio per il signor Conte. Vede tutte queste persone? Tutti questi esseri umani? Prima avevano una vita, avevano un’attività e potevano dare da mangiare alle proprie famiglie. Adesso grazie a voi, persone potenti, non possono più. Grazie mille di cuore, eh.”.
Il video si chiude con la signora Angela e i protagonisti di spalle che applaudono.

Con o contro Angela
Sul web si è scatenata una polemica con messaggi riprovevoli nei confronti della protagonista per il fatto che non rispetta le vittime della pandemia.
Poi ci ha pensato anche il commissariato di Mondello ha dare un segnale forte e chiaro:
sanzione per tutta la troupe per aver occupato abusivamente ed arbitrariamente un’area demaniale marittima in concessione, in assenza della licenza di pubblica sicurezza e di agibilità dei luoghi nonché violando le disposizioni anticontagio e disattendendo il divieto di tenere spettacoli anche all’aperto .
Il punto però è un altro. La signora in questione sta cavalcando l’onda della notorietà, grazie ad una nota trasmissione televisiva che ha voluto accendere i riflettori su di lei.
Sta vivendo il suo quarto d’ora di celebrità- se volessimo usare una nota frase di Andy Warhol-, con la convinzione di guadagnare un livello più alto di status economico e forse anche sociale.
Ma eticamente parlando, è giusto che i media contribuiscano a creare falsi miti, dai contenuti inesistenti solo per la corsa sfrenata alla monetizzazione?
Di fronte ad una pandemia dilagante e disarmante, è così necessario inseguire gli aspetti deteriori di una società sbandata priva di qualsiasi valore etico e morale?
Angela da Mondello piace, anche troppo.

Il problema ovviamente non riguarda solo la signora di Modello o la trasmissione citata, bensì tutto il mondo mediatico che ormai non sa più che inventarsi pur di andare avanti, facendo leva su un pubblico volgare e privo di senso critico.
Un pubblico che si accontenta di una tv disinformativa, che magari si rallegra sentendo il tormentone “Non ce n’è” e che si appoggia su quella fetta di negazionisti , pur di non guardare in faccia la realtà.
La confusione nell’opinione pubblica c’è ed è anche profonda, soprattutto quella dei più giovani.
Se da una parte è martellata da un’informazione drammatica che racconta una realtà fatta da terapie intensive al collasso, da autoambulanze in coda ai pronto soccorso di tutta Italia, da testimonianze di vip e meno vip sulla pericolosità del Covid, da opinioni di virologi ed epidemiologi.
Dall’altra è alimentata da messaggi anticovid supportati addirittura da un balletto (il video clip di Angela da Mondello ne è una testimonianza) che istiga ai peggior comportamenti da fare in questo momento.

Possiamo fare meglio di così
In un periodo in cui le discoteche sono chiuse e sono vietati tutti tipi di assembramento, un balletto tra salti e rimbalzi di parole scocchiate non aiuta di certo quella fetta della popolazione giovanile a capire che il messaggio è un altro: NON ASSEMBRAMENTO.
E qui gioca il ruolo non solo delle istituzioni, dei politici, dei giornalisti e opinionisti in generale, ma anche tutti i social; tutti indistintamente si devono adoperare a bloccare messaggi devianti e nocivi per una società già di per sé traballante.
Il numero di persone che cercano disperatamente di apparire nel mondo dello spettacolo è tale che, anche dedicando ad ognuno di loro un solo quarto d’ora, si riempirebbero completamente i palinsesti televisivi.
Il miraggio della popolarità non deve quindi far perdere la giusta rotta da seguire e soprattutto non deve contribuire a dare spazio a speculazioni su una tragedia storica che riguarda tutti indistintamente.