Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una serie di articoli che affermavano che l’ottimismo non aiuta a vivere meglio.
Gli autori di questa tesi affermavano anche che in questo momento di pandemia non abbiamo bisogno di ottimismo, ma di forza.
Quello che ho trovato interessante e che mi ha spinto a fare questa riflessione è stata la tesi secondo cui essere ottimisti in un momento del genere è poco funzionale; in questo periodo di crisi serve attivazione non buone speranze.
Io sono un fautore dell’ottimismo come base per il benessere, ma credo che sia importante fare alcune precisazioni, che spesso vengono tralasciate.
Ottimismo non significa illusione
Troppo spesso quando si parla di Ottimismo, di pensiero positivo o di psicologia positiva si commette l’errore di concepire questo concetto come una panacea a tutti i mali.
Che sia ben chiaro Ottimismo non significa illudersi che tutto vada bene.
Praticare l’ottimismo significa riuscire a vedere aspetti positivi e possibilità nella nostra vita, anche quando ci sembra tutto nero.
Dico praticare proprio perché, essere ottimisti, non è qualcosa caratteriale (che qualcuno ha e qualcuno no) ma si tratta di una soft skills che tutti abbiamo e che tutti possiamo allenare.
Ma per fare questo dobbiamo prima di tutto avere la capacità di allenare il nostro senso critico, con costanza.

Stesso problema ma con visioni e risultati diversi
Davanti ad un problema abbiamo sempre almeno due possibili modi di vedere la soluzione.
Possiamo usare una visione che si concentra su tutto quello che abbiamo perso, cioè su tutto quello che non abbiamo più.
Chiameremo questa visione “pessimista” oppure “immobile”.
Per esempio, durante questa pandemia possiamo concentrarci su tutte le rinunce che siamo costretti a subire.
Oppure possiamo usare una visione che ci permetta di concentraci sulle possibilità che potrebbero emergere dalla situazione.
Questa visione la chiameremo “Ottimista” oppure “Evolutiva”.
Sempre per esempio, durante come pandemia potremmo concentrarci su rinnovare la nostra vita, concentraci sulle cose davvero importanti per noi.
Potremmo scoprire hobby che non pensavamo di avere o riscoprire relazioni che pensavamo di aver perso.
La cosa importante da sapere è che molte università hanno dimostrato come chi ha la capacità di vivere e praticare l’ottimismo ha molte più possibilità di successo e di benessere.
Vorrei fare una piccola digressione
Molti studi hanno evidenziato come la produzione di ormoni è influenzata dalle nostre emozioni.

L’ottimismo secondo Seligman
Per farvi capire come funziona L’Ottimismo, vi sottopongo uno degli esercizi che proponeva M. Seligman, uno dei padri della psicologia positiva, nel suo libro “Fai fiorire la tua vita”.
L’esercizio sembra semplice e banale, ma se fatto con costanza porta a risultati evidenti in breve tempo.
Seligman diceva di scrivere ogni sera su un diario, per almeno 30 giorni, TRE cose positive che erano successo durante la giornata.
Sembra banale.
Ma vi assicuro che quando vi capitano giornate nere è veramente difficile trovare 3 cose positive.
Per fare questo esercizio vi regalo un suggerimento importante:
Anche piccole cose e piccoli gesti possono contenere una carica positiva molto importante; dobbiamo solo lasciare alle nostre spalle la nostra atavica visione pessimista della vita per vedere che ogni mattina il sole sorge.
Vi faccio qualche esempio di piccoli gesti positivi ai quali spesso non diamo il giusto peso:
- riceviamo una chiamata da un amico
- sentiamo una canzone che ci piace molto
- ci fermiamo ad osservare il tramonto
- riceviamo un sorriso, una carezza o un bacio
- ridiamo con i nostri partner
Potrei andare avanti, queste sono solo alcune delle centinaia di piccole azioni positive che viviamo ogni giorno e alle quali non diamo assolutamente il giusto peso.
Anzi, spesso le riteniamo normali, dovute oppure ovvie e non usiamo il loro “potere” per migliorare la nostra vita.

Provaci, che ti costa?
Come dico spesso ai miei clienti “Provateci, che vi costa?”.
La cosa peggiore che potrebbe succedere è che scoprite che l’ottimismo può davvero darvi una visione nuova della vita.
Questo però presuppone che voi vogliate cambiare.
Come società siamo davvero assuefatti al pessimismo che condiziona la nostra vita, così assuefatti che non crediamo che le cose possano cambiare.
Essere pessimisti è semplice, essere ottimisti invece molto meno.
Ma pensateci, non sarebbe meglio vedere nel futuro delle possibilità invece che dei limiti?
Non sarebbe sano vivere con il sorriso invece che con gli occhi lucidi e i pugni stretti?
Non vorreste alzarvi la mattina con il sorriso per un nuovo giorno e non con il magone per l’ennesima giornata di M***A?
Quindi vi faccio una provocazione?
Anzi vi propongo una sfida!
Provate per 30 giorni a scrivere su un diario le tre cose per cui siete grati del giorno appena passato, le tre cose per cui è valsa la pena essere vivi e respirare.
Poi tirerete le somme e se DAVVERO nulla è cambiato nella vostra vita potete tranquillamente tornare ad essere convinti che il pessimismo sia la soluzione migliore per non rimanere deluso dalla vita.
Ma credo fortemente che questo non succederà, perché grazie all’ottimismo aggiungerete quel famoso “sale” che davvero migliorerà la vostra vita.