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PACE: un destino nel nome

Pace è una parola con un potere enorme, solo sentendola il corpo si calma e il cervello ci mette in uno stato di tranquillità.
Pace è una parola con un potere enorme, solo sentendola il corpo si calma e il cervello ci mette in uno stato di tranquillità.

Pace è una parola con un potere enorme, solo sentendola il nostro corpo si calma e il nostro cervello ci mette in uno stato di tranquillità.

L’etimologia di questo termine può ricollegarsi alla radice sanscrita “paç/pak/pag”, che significa “fissare, unire, saldare”.

Radice che ritroviamo anche nel latino pax = pace.

Il dizionario Treccani la definisce come:

Condizione di normalità di rapporti, di assenza di guerre o conflitti, sia all’interno di un popolo, di uno Stato, di gruppi organizzati, etnici, sociali, religiosi, sia all’esterno, con altri popoli, altri Stati, altri gruppi.

Vocabolario Treccani

A livello linguistico è molto interessante osservare come questa parola abbia una caratteristica fondamentale per la definizione dei rapporti sociali.

Per esempio, in famiglia esiste sempre qualcuno che si prende l’onere di “mettere pace” o “fare da paciere”; a livello di società civile, invece, esiste un “giudice di pace” per le piccole controversie legali.

Questa parola, nel tempo, ha preso anche un carattere legato alla nostra libertà personale; è interessante vedere come la pace assume carattere fisico, come se bisognasse andare a cercarla, o farsela procurare da qualcuno o da qualche situazione specifica perchè normalmente assente nella nostra vita di tutti i giorni.

Quante volte abbiamo detto frasi come:

“Non si ha mai un attimo di pace”

“E’ meglio lasciarlo dormire in pace”

“Lavorare in pace”

“Leggere in pace”

Quindi la pace è contemporaneamente uno stato fisico di benessere e una richiesta di libertà. Un costruttore di pace è colui che ogni giorno fa azioni per unire e non per dividere.

Chi cerca pace non crea divisione, ma fluidifica i rapporti.

pace

A livello storico abbiamo tantissimi esempi dell’uso di questa parola come grande momento di cambiamento sociale.

La “Pax Romana”, che in italiano significa Pace Romana, è il lungo periodo di quiete imposto sugli stati all’interno dell’Impero romano grazie alla presa del potere da parte di Augusto.

Questo termine, che ancora viene usato oggi per momenti storici di relativa tranquillità, fu coniato per definire il momento storico dove il dominio romano e il suo sistema legale pacificarono le regioni che avevano sofferto per le dispute tra capi rivali.

E’ anche vero che pace non significa per forza assenza di conflitto, infatti, durante la pax romana Roma combatté comunque un numero di guerre contro gli Stati e le tribù vicine, soprattutto le tribù germaniche e la Partia.

Si parla di pace perché quella fu un’epoca di relativa tranquillità nella quale Roma non subì né le grandi guerre civili, come il bagno di sangue perpetuo del I secolo a.C., né gravi invasioni, come quelle della seconda guerra punica del secolo precedente.

Quindi ribadisco il fatto che la pace non è assenza di conflitti interni, ma una calmierata gestione della normalità.

Quando siamo in armonia con noi stessi, riusciamo a gestire i nostri “problemi” in modo funzionale e non distruttivo. Quello che ci capita lo viviamo con un’ottica positiva e proattiva.

pace

Essendo un concetto molto forte, legato al vivere comune, è normale osservare come da questa parola siano nati svariati movimenti e pensieri politici.

In senso teorico il pacifismo è una corrente di pensiero tesa a dimostrare la possibilità di abolire per sempre la violenza, in particolare quella bellica, come mezzo di risoluzione dei conflitti politici.

Il movimento pacifista nacque nell’800, quando guerra e pace cessarono di essere prerogative esclusive dei capi di Stato e coinvolsero progressivamente l’opinione pubblica.

Le prime associazioni pacifiste sorsero negli Stati Uniti – con la New York Peace Society (1815) fondata da David L. Lodge e in Inghilterra, con la Society Peace, nata per opera di Allen e Price (1816).

Gandhi è stato uno dei politici che più ha fondato il suo pensiero politico e le sue azioni sul concetto di pacifismo.

A lui dobbiamo molto perchè ha dimostrato al mondo che si può lottare per i propri diritti ed ideali senza l’uso della forza.

gandhi pace

Ed oggi, a guardare quello che stà succedendo in Italia con le proteste contro i DPCM, penso che dovremmo ricordarci di Gandhi e delle sue battaglie.

La violenza che vedo, distrugge la base di tutte le richieste della popolazione verso il proprio governo.

Quando, per chiedere aiuto e supporto, si distruggono vetrine e si riempiono le strade di cocci e vetri, si stà sbagliando qualcosa.

Forse, e dico forse, sarebbe il caso di pensare a quelle che sono le nostre richieste e cercare il modo più funzionale per ottenerle.

Vi posso assicurare che la violenza non è MAI la soluzione, tranne nel caso che il nostro intento sia quello di creare distanza e incomprensione.

La persona che non è in pace con se stessa

sarà in guerra con il mondo intero

Gandhi

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Michele Quadernucci
Laureato in Sviluppo economico, Cooperazione internazionale e Gestione dei conflitti presso l’Università degli Studi di Firenze, ha ampliato le sue competenze con un diploma triennale di Counseling psicosomatico ad indirizzo comunicativo, olistico, integrato. Ha proseguito le sue formazioni nel campo della formazione e del benessere ottenendo l’Internazional NLP Coaching Certification di Grinder, Bostic e Frausin e diventando formatore nell’uso delle LifeSkills. Lavora per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva nel contesto educativo e formativo, usando la gestione dello stress e delle emozioni come base per una didattica innovativa; negli anni ha sviluppato modelli di lavoro sulle emozioni e sulla didattica legati alle LifeSkills e all’intelligenza emotiva, che permettono di ottenere risultati eccellenti, ecologici e ripetibili.