«Sull’occupazione femminile accolgo l’impegno contenuto nella risoluzione di maggioranza approvata ieri e assicuro che una parte significativa delle risorse del Recovery sarà destinata a questo scopo»,
ha detto il premier Conte durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 15 e 16 ottobre, ribadendo dunque l’impegno per l’assegno unico per i figli e il miglioramento dei servizi per conciliare il lavoro femminile delle madri lavoratrici.
Mentre leggi, ti suggerisco di ascoltare questa canzone: “Let the river run” di Carly Simon.
Poi comprenderai perché.
Oggi stranamente comincio con parole non mie.
Oggi inizio da un argomento a cui tengo: l’imprenditorialità femminile.
Uno dei film a cui tengo particolarmente è:
“Una Donna in Carriera”
e, per questo, ringrazio mia madre perché, nonostante le mani e la schiena usurate e rotte dalle pulizie per oltre 20 anni, mi ha sempre trasmesso forza e determinazione.
Mi ha sempre trasmesso il suo coraggio, come donna sola e mamma acrobata.
Ho visto per la prima volta quella pellicola a 7 anni, era il 1988 insieme a mia madre. Mi ricordo, stava piegando le pile di panni tornata da lavoro, era tardi.
Poi l’ho rivisto decine di volte, insieme a Braveheart… ma quella è un’altra storia.

Le parole del premier Conte sono belle, sono rispettabili, sono di buon auspicio.
E sono parole.
Nei fatti le donne in carriera e le mamme acrobate sono “scomode”, sia come concetto che come posizione.
Sono scomode perché una donna che lavora è “sempre una donna”: battute e meriti sono spesso compromessi.
Sono scomode perché una mamma che lavora spesso gestisce senza sosta due ruoli per alcuni versi incompatibili.
Perché nei vestiti dell’imprenditrice ancora ci sono invidie e sotterfugi che troppo spesso cadono nel ridicolo.
Perché una mamma che lavora tanto, è una “mamma poco presente, poco attenta”, insomma poco…mamma.
Questo tema, molto attuale, è strettamente connesso alle pari opportunità e alla parità salariale.

Torniamo alla promessa sull’imprenditorialità femminile di Conte nel Recovery.
Caro premier, ti esorto a mantenere davvero queste parole che aiuteranno a migliorare la nostra voglia di fare, il nostro spirito imprenditoriale e ci valorizzeranno.
Non solo come donne, non solo come mamme che si fanno il “culo” (scusate l’energia maschile che emerge!).
Queste attenzioni valorizzeranno l’essere umano in quanto mare infinito di potenzialità, competenza e professionalità.
Saranno generatori di buoni comportamenti, portatrici sane di parità e libertà.
Liberi di poter essere genitori presenti e sereni, senza rimorsi o rimpianti.
Di ricevere dallo Stato tutti gli strumenti formativi ed economici per poter crescere e camminare forti e meno stanchi…senza bisogno di:
- compiere corse ad ostacoli per coniugare carriera e famiglia, partecipare alle riunioni scolastiche o ai saggi di fine anno senza dover impazzire
- sentire domande impertinenti ai colloqui di selezione(“Lei ha intenzione di avere figli?”)
- commenti fuori luogo e maschilisti quando torni a casa tardi dal lavoro e vorresti solo sentirti dire “Amore, la cena è pronta…fatti un bagno caldo, ti aspettiamo”
E quindi?
Lasciamo che il fiume scorra, lasciamo che le parole si trasformino in azioni.
Lasciamo che tutto questo crei un mondo migliore. Rosa o blu? È indifferente.
Stiamo arrivando al limite
Correndo sull’acqua
Attraversando la nebbia
I vostri figli e le vostre figlie
Lascia scorrere il fiume
Lascia che tutti i sognatori
Risveglino la nazione
Let the river run – Carly Simon