Sessualità, benessere e isolamento sociale
Il CoVid è decisamente fastidioso per la sessualità ma è anche una grande opportunità.
Fare all’amore fa bene e qualcuno, in modo un po’ azzardato in realtà, dice che non farlo per lungo tempo può causare danni seri alla salute.
Quando facciamo all’amore, in effetti, mettiamo in moto un sacco di ormoni utilissimi alla gestione dello stress, al controllo del dolore e all’aumento della nostra energia. Questi ormoni sono ossitocina, testosterone, endorfine e altri.
Molti di questi ormoni si attivano, anche se in modo differente, anche con le attività fisiche di tipo ginnico, con la meditazione, con il cibo sano e buono.
Ma fare all’amore non è fare ginnastica. Fare all’amore non è compiere l’atto sessuale, non è fare sesso.

La prima componente della sessualità che viene messa a nudo nel distanziamento sociale è quanto e come noi siamo in grado di stare con noi stessi, come viviamo le emozioni e le relazioni.
La seconda componente che l’isolamento ci ha messo davanti è quanto e come conosciamo il nostro corpo e le sue vie del piacere e quanta fatica, data da credenze e tabù, ancora abbiamo rispetto all’autoerotismo (che non è qui intesa come masturbazione genitale).
La terza componente svelata è la nostra abilità, o dis-abilità, alla fantasia erotica e alla creatività.
Fare bene all’amore fa bene all’amore e alla salute e “bene” è la parola chiave che dobbiamo riempire di significato.
Una opportunità per la consapevolezza sessuale
Ed eccoci alle opportunità.
Nel lungo lockdown di primavera ho avuto una partecipazione alta ai webinar sul desiderio e il piacere, sulla corporeità erotica non genitale, sulla gestione della sessualità on line e ho appreso che davvero molti di noi pensano ancora che se non vi è inserimento genitale non vi è rapporto completo.
Beh, perché voi lo sappiate, ogni incontro erotico è completo in sé stesso indipendentemente da cosa avete fatto coi vostri genitali.
Questa è la prima grande opportunità per la sessualità umana: staccarsi dall’ossessione dei genitali. Il corpo ha una mappa erogena molto più ampia e unica che oltretutto può essere percorsa in modi differenti. Questa mappa descrive un territorio fisico ed emotivo in contemporanea, di cui i genitali sono solo una tappa.

La seconda opportunità che ci dà è di scoprire il piacere autoerotico e il piacere condiviso in lontananza. Nel primo caso possiamo davvero esplorare dove ci piace ricevere uno stimolo, come ci piace e quando ci piace. Nel secondo caso abbiamo finalmente l’opportunità di sfruttare il principale organo sessuale che è il cervello, inteso come organo fisico ma ancor di più per le sue funzioni di pensiero e di “centralina” emotiva. Possiamo dare spazio alla creatività, alla ricerca e alla sperimentazione.
Durante il lockdown le relazioni sessuali fra persone conviventi hanno patito tanto quanto quelle fra non conviventi. Quando si è costretti alla vicinanza forzata la ripetitività, la noia, la svogliatezza e la scarsa consapevolezza sessuale vengono a galla forse anche di più che con la lontananza. Poche persone si son davvero abbandonate al piacere sessuale con la cura che merita.
Sessualità: trasformare un bisogno in un desiderio
Il contatto fisico è un bisogno umano e privarci di un bisogno è faticoso.
Ricordiamoci però che il saper procrastinare, il saper sognare, il saper attendere e il sapere impegnarsi per arrivare a soddisfare qualsiasi bisogno, compreso quello sessuale, stanno alla base del desiderio che è la miccia che dà il via al tutto ma che è anche la difficoltà sessuale più difficile da risolvere e sempre più riportata negli studi di consulenti sessuali e sessuologi.
L’erotismo è importante non per il sesso in sé, ma per il desiderio. Il sesso è solo ginnastica, il desiderio è forza del pensiero. E la forza del pensiero ha un potere immenso, può fare qualunque cosa.
Pedro Almodòvar