Da pochi giorni, i nostri ragazzi sono tornati sui banchi di scuola dopo un periodo davvero
stra-ordinario.

Da molti anni, oltre al Business Coaching, seguo diversi progetti sull’educazione.
Sono le mie radici. Sono la mia vera missione!
Non solo per la didattica a distanza ma, e soprattutto direi, per la distanza sociale e fisica trascorsa,per i ritmi biologici ed emotivi completamente stravolti, sconvolti e spostati verso una dimensione diversa, surreale. E oggi mi chiedo se questo rientro, tanto discusso e “montato a neve” sia considerato per quello che invece è realmente, per quello che, a mio avviso, andrebbe profondamente valutato e analizzato:
- la relazione nuova che andrà a crearsi tra i nostri studenti,
- le nuove skills emotive e comportamentali,
- i nuovi modi di comunicare, nuovi modi di “sentire”.

Un ritorno a scuola “emozionante”
Sarebbe interessante creare dibattiti su altri argomenti e sfumature, sulle mille variazioni psicologiche che si stanno manifestando, invece di “creare” emozioni disfunzionali e ambiguità.
Come?
- Occupandoci di dare loro non solo mascherine ma nuovi strumenti per cooperare insieme, studiare insieme, stare insieme.
- Facendo passare un banco “lontano” o un saluto col gomito come distanza fisica, non sociale (come tuttora, anche da esperti di settore è chiamata).
- Occupandoci del loro cuore e dei loro sentimenti perturbati, dall’età e dall’ambiente, dalla tecnologia ormai protagonista e dall’apprendimento sempre più smart.
- Ricordandoci che l’ossitocina si genera anche dallo sguardo e dal contatto oculare, non solo dagli abbracci.
- Occupandoci di fornire alle insegnanti nuovi modi di educare e insegnare, parlando in zoom ma emozionando con un public speaking fatto bene!
- Condividendo lo schermo e connettendo l’amore che provano per questo lavoro!
- Rispettando il loro impegno e la loro tenacia che in questi mesi li ha distinti, valorizzando finalmente la scuola, prima e vera esperienza di vita sociale!

E se la mascherina e il metro e ottanta ci impediscono di stare vicini, i nostri occhi non hanno limiti, non hanno distanze: sono i veri connettori per l’anima.