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“Te lo leggo in faccia” P. Ekman

Ekman voleva passare alla storia per aver dimostrato che le rappresentazioni delle emozioni sono parte delle culture e quindi diverse da paese a paese, famoso è diventato famoso, la cosa fantastica è che lo è diventato proprio per la scoperta opposta
Ekman voleva passare alla storia per aver dimostrato che le rappresentazioni delle emozioni sono parte delle culture e quindi diverse da paese a paese, famoso è diventato famoso, la cosa fantastica è che lo è diventato proprio per la scoperta opposta

Riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste.

Solo per come inizia questo libro andrebbe fatto studiare in tutte le scuole. L’introduzione al libro diventa un manifesto di elogio all’errore intellettuale e alla capacita di accettare di aver sbagliato previsioni o presupposizioni. Diventa anche un elogio della bellezza della scoperta: quella sensazione che abbiamo quando ci sembra che il mondo crolli intorno a noi, ma poi ci rendiamo conto che siamo noi a vederlo in maniera errata.
E solo a quel punto riusciamo a trarre piacere il più onestamente dalle scoperte emerse.

Nome diverso ma stessa espressione

Ekman voleva passare alla storia per aver dimostrato che le rappresentazioni delle emozioni sono parte delle culture e quindi diverse da paese a paese.
Famoso è diventato famoso, ma la cosa fantastica è che lo è diventato proprio per la scoperta opposta: alcune emozioni sono rappresentate da una parte del globo all’altra nello stesso identico modo.
Che a esprimerle sia un facoltoso imprenditore europeo, un bracciante cinese o un’indios che non ha mai avuto contatti con il mondo industriale, queste emozioni vengono espresse nello stesso identico modo.

emozioni
Emozioni

Per poter decifrare un’emozione dobbiamo inizialmente accettare e capire che le emozioni sono composte da tutta una serie di micro movimenti facciali. Presi singolarmente sembrano dei tic, ma visti tutti insieme diventano un’espressione, cioè una mappa di micro segnali che dicono al nostro corpo che la persona davanti a noi sta provando una determinata emozione.
Secondo Ekman alcune emozioni sono più universali di altre perché sono rappresentate dagli stessi pattern di micro-espressioni in ogni parte del globo. Su altre invece esistono ancora discussioni in essere sulla loro universalità.

Le emozioni universali sono: 
  • Tristezza 
  • Tormento 
  • Rabbia
  • Sorpresa
  • Paura
  • Disgusto
  • Disprezzo
  • Una serie di emozioni che rientrano nella categoria di “Emozioni piacevoli”

Le emozioni durano una frazione di secondo, e per quanto possiamo essere bravi a nasconderle o reprimerle, in quella frazione di tempo saranno visibili a tutti. Anche i professionisti formati da Ekman nel riconoscimento facciale non sono in grado di nascondere quello che succede dentro di loro
Come mai?

Le emozioni vs parte cognitiva del cervello

Questa è una delle cose più interessanti che emergono dal libro; le emozioni sono processi interni al nostro organismo e si attivano prima che la parte cognitiva del nostro cervello ne prenda atto: quando capiamo che stiamo provando qualcosa che possiamo associare ad una emozione e proviamo a nasconderla è già “troppo tardi”.
Perché? Perché questa si è già manifestata nel nostro corpo attraverso una serie di micro movimenti specifici. 

La gente sorride anche quando sta male

Paul Ekman
emozioni
emozioni

Attraverso i suoi studi, Ekman è entrato in contatto con varie società, da quelle più industrializzate a quelle più antiche, e i risultati che ha ottenuto sono stati sempre gli stessi: se siamo in pericolo di vita useremo una determinata rappresentazione facciale per esprimere ciò. Se muore un nostro caro rappresenteremo la nostra tristezza nello stesso modo, sia che ci troviamo in una società che chiama ciò tristezza, sia che non abbia una parola per rappresentare ciò.

Questo penso che sia la cosa più interessante di tutto il libro: le emozioni esistono a prescindere dal fatto che noi siamo in grado o meno di dar loro un nome o una connotazione precisa.
Sia che si osservi una popolazione che usa un codice scritto per comunicare o che non conosca la scrittura, le espressioni sono sempre le stesse quando si osserva e decodifica il mondo intorno a noi.

Allenarci a leggere le espressioni altrui ci permetterebbe di comprendere quello che realmente il nostro interlocutore ci stà comunicando, anche quando le sue parole vogliono portarci a pensare il contrario. 

Michele Quadernucci

Michele Quadernucci
Laureato in Sviluppo economico, Cooperazione internazionale e Gestione dei conflitti presso l’Università degli Studi di Firenze, ha ampliato le sue competenze con un diploma triennale di Counseling psicosomatico ad indirizzo comunicativo, olistico, integrato. Ha proseguito le sue formazioni nel campo della formazione e del benessere ottenendo l’Internazional NLP Coaching Certification di Grinder, Bostic e Frausin e diventando formatore nell’uso delle LifeSkills. Lavora per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva nel contesto educativo e formativo, usando la gestione dello stress e delle emozioni come base per una didattica innovativa; negli anni ha sviluppato modelli di lavoro sulle emozioni e sulla didattica legati alle LifeSkills e all’intelligenza emotiva, che permettono di ottenere risultati eccellenti, ecologici e ripetibili.