Di consenso in rapporto alla sessualità se ne parla spesso quando viene a mancare, quando qualche fatto orribile viene alla luce del sole.
Non mi voglio perdere nel labirinto dei giudizi di un tipo o dell’altro di cui si riempiono stampa e social ad ogni caso di molestia, stupro o abuso in genere.
Voglio dirvi subito che dal mio punto di vista la questione non troverà mai soluzione nella sola punizione. Occorre fare educazione e cultura per andare alla radice del problema e occorre farlo partendo dalla cultura del consenso.
E per far cultura un articolo di 600 parole non è sufficiente…ma da qualche parte bisogna iniziare.
Siamo portati a pensare che il consenso in una relazione o nella vita erotica sia il dire Si e talvolta anche non dire No.
Ma non è esattamente così.
Le caratteristiche del consenso
Il consenso deve essere libero.
Quando si afferma questo si diche che la persona che dice sì non deve essere sottoposta a nessuna forma di coercizione, né fisica, né emotiva, né economica.
Non sono libero/a se:
- Sono priva di indipendenza economica
- sono isolata e umiliata emotivamente
- Sono tenuta in una condizione fisica di costrizione, sottomissione e di debolezza
- Ho una condizione di potere sociale, culturale e materiale inferiore all’altro
Se non sono libera il mio Si non ha alcun valore.
Per cui facciamo un esempio forte per essere chiarissimi.
Se un/una professore/ssa chiede all’allievo di fare sesso, ma anche solo cerca un bacio o un tocco a carattere seduttivo, il Sì dell’allievo non è libero e vanifica il consenso in base al punto 4.
Non si tratta di maturità o meno dell’allievo, non si tratta di essere bigotti sulle differenze di età. Ti innamori del tuo allievo? Te lo tieni per te fino alla fine del percorso di studi insieme, poi puoi anche dichiararti. Il tuo allievo tenta di sedurti? Tu devi dire di no e non hai altra scelta.
La famosa carne debole, che poi è il cervello e l’etica che son deboli e non la carne, non sono scusanti.
Il consenso libero richiede una gran quantità di lavoro su di sé da un punto di vista di gestione emotiva e di costruzione di un’etica e una morale personale solida.
Il consenso deve essere informato/specifico
Si avete capito bene.
Anche nella sessualità il consenso deve essere dato avendo tutte le informazioni su quello che ci viene proposto.
Ti va di prendere un caffè con l’occhiolino per me può essere un sottointeso che dopo il caffè segua del sesso, per una persona diversa da me può solo dire che ci prenderemo il caffè e tu sei una persona buffa.
Per cui, mi spiace dirlo, se uscite con una persona a cena prima di “provarci” dovete avvisarla. E dovete essere chiari.
L’informazione deve essere specifica.
Dire Si al bacio è dire Sì al bacio e se si vuole andare oltre va chiesto e non dato per scontato.
Se una persona accetta di fare all’amore con voi non dice Sì a tutte le pratiche erotiche che vi vengono in mente. Prima di procedere, specialmente se la pratica è anche solo lontanamente insolita, la persona va informata.
Per potere dare e avere un consenso informato sulla sessualità occorre lavorare tanto sulla comunicazione sessuale e sulle credenze romantiche che ci hanno culturalmente illuso che dal bacio si passi in automatico in una sorta di dissolvenza cinematografica dove tutto scorre in modo “spontaneo” per essere bello.
Il consenso deve essere esplicito ed entusiasta
E qui vi metto una semplice spiegazione.
Il Sì è Sì, il NO è No, il NI è NO.
La sessualità è piacere.
Al piacere ci si dovrebbe abbandonare con entusiasmo, trasporto e convinzione. Quando mancano in voi questi elementi forse è meglio che diciate no. Quando mancano nell’altra persona prendetelo come un no.
Sapere dire no e saperlo accettare non è per nulla facile. Dobbiamo allenarci parecchio.
Negli eventi sex positive si parte spesso da qui proprio perché si vuole rendere possibile una cultura del consenso dove dare e ricevere no non sia una valutazione di merito della persona ma semplicemente un “no ora non mi va” oppure un “no, non sei il mio tipo” per evitare che diventi “stai su da dosso” o “levati rompiscatole sei orrendo/a” dati con rabbia, giudizio ed esasperazione.
Il consenso è sempre revocabile
In qualsiasi momento il Sì può essere indiscutibilmente revocato.
I motivi possono essere mille. Emozioni. Pensieri. Ambiente. Se una persona si ferma e vi dice basta, dovete solamente fermarvi.
Per accettare la revocabilità di un consenso occorre lavorare su di sé e in particolare sulla propria autostima, ma è necessario educarsi alla logica della sessualità non come prestazione ma come comunicazione intima.
Come vedete ho superato le 600 parole solo per le “basi”. Ma per la cultura del consenso ne vale la pena.
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