Tik Tok dice stop!
Sembra quasi il testo di una colonna sonora lanciata con i balletti musicali sulla piattaforma cinese.
Ma in realtà è una vera e propria imposizione da parte del Garante per la protezione dei dati personali.
Dal 9 febbraio Tik Tok bloccherà tutti gli utenti italiani e chiederà di indicare di nuovo la data di nascita prima di continuare ad utilizzare l’app.
Una volta identificato l’utilizzatore al di sotto dei 13 anni, il suo account verrà rimosso.
Fino a qui tutto chiaro.
Tik Tok e i social sotto attacco
È stato ampiamente sottolineato, purtroppo anche con gli ultimi fatti di cronaca, che gli under 14 non sono in grado di utilizzare questa app.
“Non essere in grado” per quell’età significa non avere la capacità di elaborazione di utilizzo di un dispositivo elettronico le cui potenzialità sono infinite.
E incontrollabili aggiungerei.
Quindi sul banco degli imputati non andrebbe a finire solo Tik Tok; ma tutte quelle app, social network, piattaforme digitali che danno ampio spazio a proposte di sfide virtuali rivolte proprie a bambini e ragazzini.
Una volta chiarita la colpevolezza dello strumento digitale, adesso andrebbe valutata l’efficacia dell’intervento del Garante.

Come tutelare i nostri ragazzi
I passaggi sono questi.
La piattaforma cinese deve identificare con ragionevole certezza gli utenti sotto i 13 anni; poi a questa prima verifica, si impegna a valutare ulteriormente l’uso di sistemi di intelligenza artificiale.
Poiché l’individuazione di tali soluzioni richiede un bilanciamento tra la necessità di accurate verifiche e il diritto alla protezione dei dati dei minori, la società si è impegnata ad avviare con l’Autorità privacy dell’Irlanda – Paese nel quale la piattaforma ha fissato il proprio stabilimento principale – una discussione sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale a fini di “age verification”.
Già dal 25 gennaio Tik Tok ha anticipato l’introduzione direttamente nell’app di un pulsante che permette agli utenti di segnalare rapidamente e facilmente altri utenti che sembrano avere meno di 13 anni.
E qui entra in gioco la responsabilità degli adulti, il cui ruolo di supervisore è importantissimo.
È un dovere inequivocabile che solo un adulto coscienzioso deve mettere in pratica. Non si può dotare il proprio figlio di uno strumento digitale senza controllarlo.

Tik Tok e telefono azzurro per una tutela maggiore
Per ribadire il concetto e male non fa, Tik Tok farà partire in collaborazione con il Telefono Azzurro una campagna di sensibilizzazione sul web e sulla carta stampata.
Questa campagna sarà rivolta specificamente ai genitori con l’obiettivo di richiamarli a svolgere un ruolo attivo di vigilanza.
Ma non solo, dovrebbe servire anche a prestare particolare attenzione al momento in cui verrà richiesto ai figli di indicare la loro età per accedere a Tik Tok.
Forza genitori!
Gli strumenti per intervenire li abbiamo; adesso dobbiamo soltanto adoperarli per il bene dei nostri figli.
Anche se, mi verrebbe da dire, che dotare un bambino di 7/8 anni di un telefonino è un’azione poco coscienziosa, oltre che inutile per la sua crescita.
Certamente, il Covid continua ad ostacolare ogni tipo di relazione umana attraverso i canali tradizionali, ma questa non deve essere una scusa per lasciare a briglia sciolta i piccoli curiosi di ogni famiglia.
Controllarli, controllarli, controllarli!!!