Ho preso una copertina, un bicchiere di liquore al limone della suocera Maria e mi son piazzata sul divano per vedere la serie Bridgerton su Netflix.
Ma sei matta? Che fai scrivi di una serie così su un blog dedicato all’educazione intelligente?
Certo che sì e vi consiglio di guardarla.
L’intelligenza emotiva e la competenza critica servono anche a questo.

Posso abbandonarmi alla frivolezza di un pomeriggio senza correre il rischio di confondere la verità storica e la fiction e posso abbandonarmi a sognare il bel nobile inglese che mi ammalia senza credere che la dipendenza emotiva sia qualcosa da perseguire
Posso persino fantasticare che in un universo parallelo la regina di Inghilterra sia di colore…a no aspetta, la regina Charlotte, moglie di re Giorgio III era davvero di etnia mista!
La serie Bridgerton vale la pena di essere vista anche solo per contemplare i costumi.
Certo, se vogliamo, possiamo anche fare un tentativo di prendere questa operazione cinematografica interetnica per abituare i nostri occhi e i nostri cervelli a percepire il mondo in un modo differente, possiamo educare noi stessi ad un gusto estetico più allargato.
Bridgerton: la storia
La storia è quella di un romance classico dove, durante la “stagione” londinese, le donne “da marito” si esponevano in quella sorta di “mercato di lusso” che erano le feste e le passeggiate attendendo le proposte di gentiluomini con cui accasarsi.
Ci sono eroi ed eroine, cattivi e cattive, misteri e pettegolezzi.
Non preoccupatevi, c’è il libertino che si redimerà… e che insegnerà l’arte amatoria alla sua pulzella.
Il libertino combattuto tra amare una donna di basso rango e proteggere quelle di famiglia dal disonore.

Ci sono le donne ribelli e intelligenti e le arpie ochette.
C’è tutto.
Ma, soprattutto, c’è l’onesta frivolezza che dà respiro al cervello e ci permette di abbandonarci al piacere per il piacere e null’altro.
A tratti è talmente assurda che genera risate spontanee e a crepapelle, di quelle che ti danno una overdose di endorfine tale che poi sei felice per ore.
Una boccata di leggerezza
Se come me sei cresciuta nutrendo il cervello con Virginia Woolf, Simone de Beauvoir, Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini, Mozart, La corazzata Potëmkin (quella vera, non tramite Fantozzi), potrai apprezzare la libertà di lasciarti cullare da storie e immagini che non ti debbono per forza insegnare qualcosa, a cui non seguiranno dibattiti e tavole rotonde.
Se come me sei cresciuta con quanto detto sopra o simili e solo l’idea di “trasgredire” ti disgusta, ti abbatte e attiva il giudice interiore allora guardala due volte e ti consiglio di usarla come occasione per raccogliere materiale sull’ombra che potrai usare in futuro.
Tutto questo dei Bridgerton?
Certo che sì, se vuoi.
Personalmente io ho adottato le lenti a cuore, quelle che meno ho usato nella mia vita, quelle che ti fanno sognare tutto ricoperto di zucchero filato e che si concludono con “e vissero felici e contenti”.
È stata una scelta perché non so come dirlo…me lo meritavo!