In preda alle emozioni…
Guardate il video, soffermatevi sull’espressione di Djokovic, lasciate perdere tutto il resto, osservate il campione, la curva delle sue emozioni, il rapido passaggio dalla rabbia alla sorpresa e infine alla delusione.
E alla fine si scopri che anche i campioni sono preda delle emozioni
Michele Quadernucci
Visto il video e letto i commenti mi sono reso subito conto che tutta la discussione verteva su un punto che esula dalla vera natura del gesto di Djokovic. Tutti a discutere se il gesto era volontario o meno, tutti a schierarsi con o contro di lui, tutti a giudicare un gesto e la persona e NESSUNO a chiedersi cosa sia successo dentro il campione.
Le emozioni non sono ne buone ne cattive. Le emozioni esistono ed emergono a prescindere da tutti gli sforzi che possiamo fare per nasconderle.
Per quanto possiamo provarci non siamo in grado di nascondere le nostre emozioni, perchè queste emergono e si sviluppano in modo indipendente dai nostri pensieri; quindi quando diciamo di provare un emozione in realtà stiamo prendendo coscienza che questa è presente dentro il nostro corpo. Attraverso l’allenamento possiamo imparare a gestire le nostre emozioni per evitare che queste prendano il controllo delle nostre azioni ma, in momenti specifici di forte stress, “perdiamo” questa capacità e cadiamo in quello che viene definito “SEQUESTRO EMOTIVO“.

In preda alle emozioni
Quello che è successo a Djokovic non è stato altro che questo!
Quando siamo in quello stato perdiamo la capacità di usare la razionalità prodotta dai nostri lobi frontali e cadiamo preda delle risposte ancestrali alla sopravvivenza, il famoso FIGHT, FLY or FREESE (attacco, blocco o fuga).
Per una frazione di secondo è caduto preda di questo meccanismo. Per questo non mi interessa discutere della volontarietà o meno del gesto, le emozioni del campione in quel momento erano così forti da aver escluso la sua razionalità e hanno trovato il modo di reagire ad un punto subito, sfogandosi su una pallina che rappresentava il suo “fallimento”.

Esiste un modo per non cadere preda del sequestro emotivo, allenare la propria intelligenza emotiva, perchè riconoscere le proprie emozioni è il primo passo per iniziare a gestirle in modo funzionale ai nostri scopi. Vi faccio un esempio, se Djokovic avesse imprecato, oppure avesse lanciato la racchetta per terra o altro, oggi parleremo di quanto sono importanti le partite per lui, tanto importanti da far uscire le sue emozioni. Nel tennis colpire con una pallina il giudice di linea provoca la tua squalifica, a prescindere dalla volontarietà del gesto. Nella vita succede lo stesso, perché reagire alle emozioni senza controllo può portarci a comportamenti pericolosi, socialmente o meno, per noi e per gli altri.
Quindi ascoltate i consigli delle nonne, respirate e contate fino a dieci prima di agire, questo è il primo passo per sviluppare la vostra INTELLIGENZA EMOTIVA ed è il primo passo per iniziare ad AGIRE e non reagire alle emozioni
Quando siamo focalizzati su qualcosa escludiamo il mondo che ci circonda, ma quel mondo continua ad esistere
Michele Quadernucci