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Vita: imparare a rilassarsi

Della vita non si butta niente; ogni esperienza, ogni dolore, ogni successo ci avvicinano sempre più al nostro equilibrio.
Della vita non si butta niente; ogni esperienza, ogni dolore, ogni successo ci avvicinano sempre più al nostro equilibrio.

Della vita non si butta niente; ogni esperienza, ogni dolore, ogni successo, fanno parte di noi.

Ogni cosa avvenuta è un pezzetto del nostro percorso.

Invece di cercare di cancellare i momenti tristi o di bloccarci nei momenti felici, è bene imparare a lasciarli andare, dargli il posto che compete loro perché diventino storia, diventino definitivamente passato e liberino il presente e il futuro.

vita

Dobbiamo farlo perché il ricordo di un passato doloroso ci mantiene continuamente in allarme, e ci costa tantissima energia.

Un passato non elaborato alimenta due energie stressanti: il senso di colpa e il rancore, che ci mantengono in uno stress costante.

Molte nostre credenze e molti nostri comportamenti, derivano dai sensi di colpa e dai rancori del nostro passato.

I passi per una vita rilassata

Liberarci dal peso del passato è il primo passo.

Il secondo, è rimodellare il nostro modo di vivere il presente, la vita.

Ciò che ci può aiutare a gestire i nostri pensieri, è la nostra capacità di navigare le emozioni per non cadere nel tranello della paura, del senso di colpa e del rancore.

Solo confrontandoci con le nostre emozioni possiamo gestirle, e solo imparando a gestire le nostre emozioni possiamo dirigere i nostri pensieri verso obiettivi positivi e propositivi.

Per fare questo, abbiamo bisogno di imparare a rilassarci di fronte alle urgenze della vita.

Un evento è solo un evento, ma il suo senso può variare a seconda delle emozioni che stimola.

Che noi siamo preoccupati o rilassati, l’evento è sempre lo stesso evento; ciò che cambia è che se noi siamo preoccupati, o arrabbiati, o delusi, o impauriti, noi daremo un senso specifico a questo evento e ciò potrà influire sulla nostra capacità di gestirlo.

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È per questo che noi possiamo imparare a restare in equilibrio di fronte ad un mondo pieno di persone e situazioni che cercano di predarci o di renderci predatori.

Ciò che rende più capaci di restare nel proprio equilibrio è accettare il mondo per quello che è e smettere di pensare che dovrebbe essere diverso.

Il mondo è quello che è, fatto di persone di un certo tipo, di società di un certo tipo, di valori di un certo tipo.

Questo non vuol dire che bisogna subirlo, ma che si può non essere d’accordo senza starci troppo male.

Ciò che va cambiato va cambiato e si deve fare tutto quello che è possibile perché cambi ma, nel frattempo, bisogna trovare il modo di vivere nel modo migliore proprio questo mondo, fatto di ingiustizie e di persone giuste, di violenza e di persone pacifiche e non violente; di persone ignoranti e persone altamente evolute, di città invivibili e di persone capaci di viverci in modo ecologico e rispettoso.

Agisci, non subire la vita e il mondo!

Da che parte stare dipende da noi. E più persone corrette e attente ci saranno, meno persone ignoranti e deleterie ci saranno.

Se chi potrebbe fare qualcosa non lo fa, lascia spazio a coloro che potrebbero fare le cose in modo scorretto o deleterio.

Come disse Elio Vittorini:

“Nessuno sarà fuori dalla guerra”.

Noi non possiamo essere spettatori e innocenti, noi siamo coinvolti e parte del mondo che viviamo.

Questo concetto di militanza è importante perché definisce il nostro potere di azione: c’è sempre lo spazio per fare la cosa giusta, e se pensate che è solo una goccia d’acqua che cade nell’oceano, basta ricordare che l’oceano è fatto di gocce.

Basta diventare pioggia per cambiare il mondo.

È a questo punto che entra di forza il bisogno di imparare a meditare, di imparare a vedere le cose in modo empatico ma senza farsi travolgere dalle emozioni che potrebbero farci reagire in modo scomposto; con uno sguardo alto, che ci metta in collegamento con la parte più profonda, spirituale ed eterna dentro di noi.

Medita, medita, medita

Nella meditazione, noi entriamo in uno spazio espanso in cui la quotidianità diventa solo una parte di un mondo più vasto, che va oltre il nostro corpo, oltre la nostra mente singola e ci unisce energeticamente al tutto, all’universo, alle altre persone.

La meditazione permette di farci riconoscere prima di tutto a noi stessi, ci permette di entrare in risonanza mente, corpo ed energia.

Quando entriamo in uno spazio meditativo, noi ci colleghiamo in modo sottile, uniamo la nostra energia all’energia dell’altro o degli altri, in un campo quantico che ci unisce e potenzia le nostre qualità.

È per questo che si parla spesso di raggiungere la massa critica: la quantità di persone evolute necessarie perché il loro messaggio diventi patrimonio del mondo intero. Insieme possiamo fare molto.

Abbiamo fatto spesso l’esperienza di questa unione:

quando parlando insieme il tempo è volato, quando abbiamo avuto delle percezioni speciali restando a contatto con persone che sentivamo in modo particolare,

quando eravamo innamorati, quando le madri sono così collegate con il loro bambino da sapere esattamente cosa sta provando e di cosa ha bisogno.

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Quello è il momento in cui la parola Namasté acquista il suo vero senso:

lo spirito che è in me riconosce lo spirito che è in te.

Questo stato lo abbiamo provato tante volte, ma in modo casuale; è solo tramite una pratica costante che si acquisisce la capacità di renderlo parte di noi per donarlo poi al mondo.

Prima, dobbiamo imparare ad entrare in contatto con noi stessi, con l’accoglienza di me, con la comprensione di me, della mia fragilità, della mia potenza, dei miei limiti.

Quando sarò capace di accogliermi realmente, senza paure da evitare e senza bisogni da imporre, allora potrò entrare in sintonia con gli altri, senza farmi travolgere e senza divorarli.

Io ti rispetto e mi rispetto, e le mie scelte le faccio perché ho chiaro ciò che mi è possibile e ciò che non mi è possibile. Capisco ciò di cui hai bisogno ma non mi sovrappongo a te e non ti manipolo.

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