Una tempesta solare di classe G2 sta colpendo la terra dal 21 ottobre, dovrebbe finire il 25 e gli effetti spariranno dopo il 29 ottobre.
Cioè della serie “ma che c***o di anno è questo?”
Terremoti, pandemia globale, recessione economica, escalation di conflitti, attentati, violenza razziale, non vi basta, ok mettiamoci pure una bella tempesta solare.
E in questa lista non abbiamo messo il fatto che questo è uno degli anni dove sono scomparsi più personaggi pubblici di alto livello intellettuale tutti insieme.
Le opzioni a questo punto sono due.
O gli archeologi, quando hanno tradotto le tavole Maya della fine del mondo si sono sbagliati e hanno letto male i geroglifici andini
Oppure i Maya in matematica non erano poi così ferrati, e avranno fatto degli errori di calcolo di circa 8 anni
E davanti alla notizia uscita da pochi giorni dall’osservatorio russo sulle tempeste solari anche noi abbiamo solo due opzioni.
O sdrammatizziamo, facendo una risata, e cerchiamo di trovare il modo di finire questo pazzo anno senza essere noi umani l’ennesimo disastro.
Oppure ci lasciamo allo sconforto e alla depressione, continuando anche noi a far diventare il 2020 il peggior anno nel nuovo millennio
Perché io ve lo dico, se il 2021 sarà peggiore non credo che ci arriviamo al 2022
Una tempesta solare di classe G2 non è un evento da sottovalutare.
Può provocare danni biologici ai passeggeri dei voli ad alta quota; alterare l’orientamento di tutti gli animali che possiedono sistemi di orientamento basati sul magnetismo terrestre.
Una tempesta solare di questa portata può danneggiare sistemi di comunicazione che utilizzano segnali radio, radar, sistemi di navigazione GPS, satelliti, tralicci elettrici.
E se non vi basta, gli studi in corso parlano anche di alterazioni significative nel comportamento umano durante le tempesti solari più forti.
Uno scenario nel quale non possiamo sinceramente stare tranquilli, soprattutto se si pensa che normalmente queste tempeste durano massimo 48 ore e non 120.
Segnali della natura: un’opportunità per cambiare
Gli esseri umani sono diventati la forma di vita predominante del pianeta per la loro capacità di adattarsi al meglio al mondo che li circondava; e tutto questo lo dobbiamo solo al nostro cervello.
Questo magnifico computer che abbiamo sviluppato nella nostra evoluzione ci permette di avere una caratteristica speciale: siamo dotati di una resilienza emotiva enormemente sviluppata, che ci permette di rialzarci dopo ogni caduta, per quanto forte sia stata.
La resilienza è la competenza che dobbiamo iniziare ad usare seriamente, perché tutti questi accadimenti uniti alla pandemia di coronavirus rischiano di togliere all’uomo la sua visione del futuro.
Come specie possiamo far fronte a questo anno maledetto, possiamo trasformare le difficoltà in opportunità di cambiamento .
Possiamo cambiare la nostra visione del mondo, cercando nuove strade e strategie di condivisione, collettività ed economia.
Dobbiamo iniziare ad immaginare un mondo nuovo, lasciandoci alle spalle tutte le forme di individualismo che hanno portato a dividerci maggiormente.
Perché da soli siamo deboli mentre insieme diventiamo imbattibili.
Siamo come granelli di sabbia, se presi singolarmente siamo quasi invisibili, mentre se uniti possiamo diventare duri e compatti come il vetro.
Quello che colpisce è la continua disinformazione che ci colpisce, perché se guardiamo le fonti di informazione non vediamo messaggi di speranza ma solo di terrore.
Quando la tua casa brucia non serve buttare benzina sul fuoco: per spegnerlo servono pompieri ed acqua.
Quello che colpisce se guardiamo tutto l’insieme di eventi è che molti di questi sono colpa nostra.
La pandemia, i terremoti e infine la tempesta solare sono eventi che non possiamo controllare, ma che avremmo potuto gestire in modo diverso
Avremmo potuto…
Ma non lo abbiamo fatto per colpa delle nostra inutile tendenza a non voler modificare il nostro stile di vita anche davanti all’evidenza.
Siamo diventati come i suonatori del Titanic, che mentre la nave affondava continuavano a suonare per dare l’impressione della normalità.
Vi ricordo che il 22 agosto 2020 è stato il giorno in cui abbiamo finito le risorse annuali della terra, e la cosa assurda è che è arrivato quasi un mese in ritardo “grazie” ai lockdown fatti per il covid.
Ora abbiamo una possibilità, forse una delle ultime per cambiare le cose.
Abbiamo la possibilità di ripensare ad un modello sostenibile di società, se non altro per poter meglio affrontare tutti gli eventi che non possiamo controllare.
E per fare questo dobbiamo tutti fare la nostra parte.
I cittadini devono pensare ad un modello di vita sostenibile e metterlo in pratica.
Le aziende devono scegliere modelli economici per il bene collettivo e non per il solo tetro guadagno.
I media dovrebbero portarci speranza e non tristezza.
E i governi dovrebbero smetterla di vedere i loro cittadini come delle pecore ignoranti da controllare e non da istruire e coinvolgere.
Il mondo sul quale camminiamo non appartiene realmente a nessun governo o multinazionale.
Ma siamo disposti a rinunciare al nostro stile di vita attuale per cambiare le cose?
Siamo disposti a ripensare i modelli economici per avere meno ma avere tutti qualcosa?
Siamo capaci di immaginare un mondo fatto di esseri umani e non di consumatori?
Possiamo farlo, basta solo provarci