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L’uomo fra libertà, identità e compromessi

Secondo Galimberti esiste l’idea di libertà, che non si identifica necessariamente con la realtà della libertà.
Secondo Galimberti esiste l’idea di libertà, che non si identifica necessariamente con la realtà della libertà.

Galimberti afferma: La libertà non esiste.

Secondo il filosofo, esiste l’idea di libertà, una costruzione mentale di cosa essa sia, e che non si identifica necessariamente con la realtà della libertà.

La mancanza di libertà che sentiamo di vivere è dovuta al fatto che la condizione umana è una condizione di indeterminatezza, essendo l’uomo l’unico animale non codificato dagli istinti (gli istinti sono un codice per cui una gazzella appena nata sa quello che deve fare per tutti gli eventi serviranno per la sua sopravvivenza). L’uomo, non ha dei codici rigidi a cui rifarsi, e infatti ha bisogno di essere educato.

Gli istinti regolatori negli animali sono rigidi e attivano specifici comportamenti. Noi non abbiamo istinti regolatori a cui rifarci, ma pulsioni, spinte a meta indeterminata (pulsioni non specifiche per comportamenti specifici), e per questo dobbiamo essere educati.

libertà

Di fronte ad un pericolo, nell’accoppiamento, nella ricerca del cibo, gli animali attivano delle azioni specifiche, definitive. L’uomo non avendo più rigidità istintuali che impongano un comportamento specifico, ha acquisito la capacità di sublimare i suoi bisogni modificando il comportamento e l’oggetto della sua attenzione a seconda dei propri impulsi.

L’uomo è libero, ma poiché non ha istinti regolatori rigidi, è pericolosamente libero.

Per regolare gli eccessi di questa libertà, sono state create le regole sociali, regole condivise che permettono di educare la moltitudine degli uomini alla vita sociale.

I greci che ben avevano compreso tale contraddizione, hanno definito cosa ci serve per regolarci:

Conosci te stesso”

Quando conosci la tua virtù realizzala secondo misura.”

Queste due frasi, definiscono con chiarezza cosa può aiutarci nel confronto con il bisogno di libertà e i doveri sociali a cui siamo costretti.

Le nostre mappe cognitive ed emotive si costruiscono, secondo gli ultimi studi delle neuroscienze, entro i nostri primi tre anni. In questo periodo, il nostro inconscio pulsionale e sociale creano la nostra identità. In quel periodo della nostra vita si formerà la nostra identità, e questa condizionerà la nostra libertà futura.

La nostra identità definisce le nostre possibilità di libertà. Questa contraddizione, ci impedisce di dirci realmente liberi.

libertà

Essere liberi, non è una condizione oggettiva, ma una scelta soggettiva, e questa scelta è condizionata inevitabilmente dalla nostra identità.

A questo punto, essere liberi di essere, è uno slogan suggestivo, ma menzognero.

Quando nella pubblicità ci viene suggerito di essere noi stessi senza compromessi, di poter vivere senza compromessi, sa di dire una cosa non vera.

Possiamo davvero vivere senza compromessi la nostra libertà?

Ma cosa significa senza compromessi?

Seguire liberamente le pulsioni che ci spingono a fare le nostre cose senza preoccuparsi delle conseguenze sugli altri?

Sentirsi giustificati nel non doversi attenere alle regole condivise?

E perché questo dovrebbe essere auspicabile?

La libertà non è vivere sfogando ogni nostra pulsione, ma accogliere e gestire le pulsioni esprimendole nel modo più utile alla gestione soddisfacente del nostro spazio vitale.

Spazio vitale che per buona parte è condiviso e non dipende solo da noi.

Allora, se dobbiamo fare dei compromessi, è bene che il concetto stesso di compromesso si ridefinisca in modo positivo.

Qual’é il modo positivo di concepire il compromesso? Accordarsi.

libertà

Ma se accordarsi sappiamo cosa possa significare e come possa essere agito nelle relazioni umane (nel confronto tra due o più persone che si riconoscono in bisogni simili); più complesso è accordarsi con l’esigenza del lavoro e del mercato, in cui creazione, produzione e consumo, sono diventate delle leggi imprescindibili che ci impongono una partecipazione in cui non sono contemplati i nostri bisogni umani e ci vengono dettati tempi e performance.

Rispondi alle seguenti domande sulla libertà

  • Io sono capace di riconoscere in me un senso slegato dai miei ruoli?
    • Chi sono io?
  • Io posso creare un mio spazio di libertà dai doveri che mi sono imposti? In che modo?
  • Nel lavoro, so riconoscere il limite oltre il quale entro in uno stato di stress che mi porta al disequilibrio?
  • Cosa è per me dare e ricevere?
    • Come si realizza nelle relazioni?
    • Come si realizza nel lavoro?
  • Di cosa ho bisogno per vivere in modo soddisfacente la mia vita?
    • Cosa devi fare per renderlo possibile e realistico?

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