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Il principio femminile nella giustizia

La mediazione e la negoziazione possono essere validi strumenti di innovazione ed arricchire di un principio femminile la Giustizia.
La mediazione e la negoziazione possono essere validi strumenti di innovazione ed arricchire di un principio femminile la Giustizia.


L’ascolto empatico e la dinamica narrativa che coadiuvano la risoluzione dei conflitti

Firenze è un caposaldo italiano della teorizzazione e diffusione della Mediazione, importazione d’oltreoceano dove la praticità ed un approccio sprint ha prodotto una rapida diffusione di questo efficace metodo di risoluzione dei conflitti.

Che si svolge fuori dai tribunali, con tecniche di composizione della lite capaci di considerare i reali interessi delle parti, oltre alle posizioni di ragione e torto.

La particolarità dell’istituto della mediazione è che le parti sono portate attraverso un soggetto terzo che le coadiuva, cd. mediatore, a raccontare la situazione conflittuale, ognuna dal proprio punto di vista.

Il racconto aiuta in un primo momento a capire gli interessi sottesi e le reali esigenze che ognuna delle parti porta nella lite. In questo modo si apre un confronto mediato dal soggetto terzo.

giustizia

C’è quindi un forte cambiamento.

Nell’ultimo decennio si sta facendo strada una Giustizia non avversariale.

Una Giustizia che è risoluzione. Una giustizia che spezza ciò che è necessario, ma cura. Dove per cura si intende anche una comprensione profonda delle dinamiche conflittuali.

Questa modalità è stata introdotta con le cosiddette Alternative Dispute Resolution, modalità di risoluzione della lite non avversariali, tra cui appunto prima fra tutte la mediazione. Una modalità che alla dinamica vincita/perdita sostituisce l’et- et di una vittoria condivisa.

La negoziazione assistita

Un’altra modalità di risoluzione alternativa è la negoziazione assistita, anch’esso istituto recentemente introdotto e che consiste nella risoluzione di una lite su diritti disponibili attraverso la sottoscrizione di una convenzione di negoziazione, un impegno fatto in modo che la controversia si risolva in modo amichevole.

Una gestione non avversariale della lite permette di far affiorare aspetti che altrimenti non potrebbero essere considerati: motivazioni non contemplate dalla legge, esigenze personali, anche emotive.

Con la narrazione tutti questi elementi possono trovare il loro posto ed anzi diventare coefficienti utili da utilizzare per comporre la lite sulle specifiche esigenze del singolo caso concreto.

Accogliere e valutare le radici del conflitto permette quindi di cogliere nuove opportunità risolutive.

Sono queste dinamiche che aiutano a sciogliere la rigidità della applicazione della legge, permettono alla regolamentazione di far fiorire il caso concreto.

giustizia

Mi spiego.

La legge nelle sue statuizioni deve essere rigida. Con la sua codificazione, coagula anni di storia, principi condivisi.

La legge è come l’olio essenziale che si raffredda nell’alambicco dopo la lunga ebollizione. La legge depura in formule ridotte tutta la dinamica, la lotta contro le istituzioni, i movimenti degli interessi prima disconosciuti.

Piero Calamandrei

Oltre alla legge, basandosi sulla legge ma considerando anche le peculiarità delle singole posizioni, abbiamo oggi la possibilità di accedere direttamente, nei limiti ovviamente delle leggi imperative ed inviolabili, alla creazione di una giustizia, di un accordo che ha la stessa efficacia di una sentenza ma che non cade dall’alto giudicando.

Che si crea con una dinamica paritaria tra le parti.

E più aumenta la capacità di ascolto reciproco, più il tessuto risolutivo si può arricchire di particolarità.

Io trovo tutto questo di una Forza e Bellezza sconvolgente!

Mediazione e negoziazione validi strumenti di giustizia

La mediazione e la negoziazione assistita sono state praticamente imposte dal 2014 In Italia.

Per alcuni conflitti, prima di poter adire il Tribunale è necessario aver provato a risolvere la lite stragiudizialmente. L’obbligatorietà, ma anche una mancanza di preparazione degli avvocati, che si ritrovano tra le mani uno strumento d’oro, ma completamente diverso e nuovo rispetto all’andare in Tribunale, di fatto però hanno portato ad un appiattimento delle risoluzioni stragiudiziali.

In realtà queste nuove esperienze possono essere validi strumenti di una importante innovazione ed arricchire di un principio femminile la Giustizia.

La capacità difensiva nei Tribunali è basata su una procedura, in estrema sintesi, di difesa/attacco. È classicamente avversariale.

Per vincere, occorre far perdere l’altro. L’uno ha ragione – l’altro torto. È il giudice che da ragione con una sentenza che accoglie le richieste, formulate nell’atto introduttivo oppure nell’atto difensivo della controparte.

giustizia

Nelle mediazione e nella negoziazione invece non si ha un “Padre” Giudice che fa cadere dall’altro il suo responso.

Qui ogni parte interagisce e sceglie insieme all’altra la soluzione migliore per entrambi.

Gli accordi così siglati dalle parti sono portatrici di emozioni, intuito, calore. Sono create con un ascolto empatico che tende alla armonizzazione degli opposti. Usano qualità e competenze cosidette femminili sino ad ora ritenute poco utili ed importanti, e lasciate solo alla sfera più intima e privata della Persona.

Come se una definizione giudiziaria non dovesse poi ricadere e coinvolgere la vita anche intima di una persona (pensiamo a una separazione ad esempio).

In conclusione sulla Giustizia

Come avvocato sento fortemente la qualità profondamente rappacificante di una Giustizia che riesce a sciogliere i conflitti in maniera così vitale. È una immensa forza innovatrice e propositiva.

Un approccio di questo tipo richiede però dalle parti una partecipazione attiva, e un grande sforzo di volontà.

Le parti sono parteci e compartecipi. Si muovono nel conflitto. Rinunciano all’egoica vincita. Ciò che interessa non è tanto più l’avere ragione.

In questo modo, il conflitto non rimane più cristallizzato nel passato delle azione compiute. Compreso ciò che è successo, non si giudica quanto è stato, ma si cerca di capire cosa oggi è necessario per ristabilire l’equilibrio. E, anche ove possibile, per risanare quella intima ferita dei propri valori… dato che in fondo, alla fine dei conti, è proprio lei che vuole avere ragione, che grida giustizia per essere riconosciuta.

Chi vorrà, quando vorrà, sentirà il richiamo di una Giustizia consapevole, cosciente, profondamente umana.

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E ci saranno valorosi ad- vocati, chiamati ad accompagnarlo nella difficile danza del conflitto.

Sto sognando qualcosa di diverso?

Si, e so che non sono sola.

You may say I’m a dreamer, but I’m not the only one.

John Lennon

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