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Genitori e figli: come ti ho fatto ti disfo

Non esistono ricette per essere genitore ma si possono sviluppare competenze per diventare un genitore equanime con sé stesso prima ancora che coi figli.
Non esistono ricette per essere genitore ma si possono sviluppare competenze per diventare un genitore equanime con sé stesso prima ancora che coi figli.

Genitori e figli un rapporto da coltivare.

Leggendo la notizia del padre che assolda un “picchiatore” per spezzare le dita al figlio quarantenne chirurgo perché omosessuale, ho attraversato diverse emozioni non di certo adatte per un articolo.

Sono una attivista della comunità LGBTIQA+, sono una consulente sessuale che anche su questo blog ha più volte scritto di identità di genere, sono una femminista e tutto ciò mi ha risucchiata in un vortice di dolore, ira e voglia di vendetta insano e faticoso.

figli

Poi mi è venuta in mente una frase che mia madre mi diceva quando facevo qualcosa che a suo parere non andava fatta:

Come ti ho fatto ti disfo

E mi sono stranamente spostata dall’emotività spietata, dal giudizio forcaiolo, dal desiderio di vendetta, verso qualcosa di diverso e costruttivo perché mi è venuto in mente che la differenza tra mia madre e quel padre è che lei non ha mai ceduto al demone, che lei ha, a modo suo, fatto i conti col fatto che la mia vita potesse non piacerle e ha accettato di disapprovarmi.

Molto spesso noi counselor ci troviamo di fronte a persone adulte che devono rielaborare il rapporto con i loro genitori, o meglio con come loro hanno introiettato i loro genitori.

Ammettiamolo, in posizione di “figli” siamo sempre molto spietati.

E in quella di genitori?

La nostra cultura e la nostra società ci dicono cose molto forti su come deve essere un bravo genitore.

Deve essere accogliente, deve saper dare limiti, deve essere educante, deve essere presente, deve fare mille fatiche per dare tutte le agiatezze possibili e le opportunità di studio; deve essere stimolante, non deve giudicare, non deve urlare e, ciliegina sulla torta, deve amare di un amore incondizionato.

Per tutto ciò deve, inoltre, agire per innato istinto e privo di qualsiasi aspettativa.

Perdonatemi se dico che mi ritengo fortunata ad avere avuto due genitori umani con limiti, debolezze, vizi e manie che si son concessi di disapprovarmi spesso e apertamente lasciandomi lo spazio di fare lo stesso.

Credo che questo abbia permesso loro di non essere logorati dai loro demoni interni e non sentirsi così sconfitti nei loro sogni e nei loro progetti su di me dal dovermi cacciare o perseguitare in quanto deludente e vergognoso specchio di loro stessi.

figli

Dovremmo essere più onesti e dirlo chiaramente che è frequente, normale e forse fisiologico che i genitori abbiamo desideri, aspettative e riversino loro “sogni infranti” sui figli.

Se lo diciamo, come sempre quando si svela qualcosa, possiamo anche decidere di andare oltre e non farci condizionare o ingabbiare.

Amore incondizionato, di cui io ritengo realmente capaci solo i genitori, non significa non potere disapprovare, a tratti anche detestare, i figli.

Significa che pur provando tutto ciò li si ama comunque e l’amore permette di essere presenti nella vita dei figli nonostante non ci piaccia.

Per essere genitori efficaci e capaci di questo amore davvero particolare non basta avere figli occorre prendersi cura di sé stessi oltre che di loro.

Vedo una marea di genitori con figli anche già grandicelli privarsi di ogni spazio di autonomia e di ogni piacere.

Un po’ mi spaventa.

Se penso al padre che assolda un “picchiatore” per il figlio io mi immagino una persona così priva di gioia e di stima di sé da non sapersi vivere la sua vita al di là di quello che fa un figlio già adulto.

L’orientamento sessuale del figlio è come se diventasse il suo di fronte al mondo e dunque è lui che non resiste a quella che reputa un’onta insopportabile.

Se elimino mio figlio elimino l’onta. 

figli

Come cultura affidiamo ai genitori compiti da Dei scordandoci però che gli Dei richiedono, in ogni epoca, di essere venerati pena punizioni davvero terribili.

La maggior parte dei genitori è sana e non arriva a comportamenti di questo tipo ma con una fatica emotiva decisamente grande. 

Come sempre la via di risoluzione sta nella consapevolezza personale, nella educazione emotiva e anche nella costruzione di una cultura genitoriale meno performativa.

Nessuno può dare ricette per essere genitore

ma si possono sviluppare competenze emotive, relazionali e comunicative per allenare un genitore equanime con sé stesso prima ancora che coi figli.

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Dal 1996 sono Infermiera e già dai primi anni di lavoro mi sono accorta che la parte che amavo coltivare del lavoro era quella relazionale La mia curiosità mi ha spinta verso lo studio di modi differenti e integrati del prendersi cura delle persone e il mio incontro con la Dott.ssa Balconi Loredana e il Dott. Alessandro Quadernucci e la loro Accademia del NEI(Integrazione Neuroemozionale) prima, e poi con la Dott.ssa Milena Screm e il suo modello di Breathwork e counseling a mediazione corporea  mi hanno permesso di dare forma e sostanza professionale a questa mia passione. Fra i mille corsi più o meno lunghi di mindfulness, gestione del dolore, comunicazione, master per conduzione di gruppi e gestione delle coppie in counseling ho incontrato la sessuologia che ho approfondito presso una delle più vecchie scuole di sessuologia, il CIS-Centro Italiano di Sessuologia., dove ho conseguito il titolo di Consulente sessuale dando struttura e sostegno a un ambito di cui mi occupavo da anni come professionista e come persona.