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padiglioni primula
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CI VUOLE UN FIORE

"L'Italia rinasce con un fiore": è questo lo slogan dalla campagna di vaccinazione anti-Covid 19.
"L'Italia rinasce con un fiore": è questo lo slogan dalla campagna di vaccinazione anti-Covid 19.

Per fermare il Covid 19 ci voleva un fiore.

Per fare un albero?

Ci vuole un fiore.

Per fare tutto ci vuole un fiore.

Immagino che abbiate riconosciuto il riferimento musicale  alla famosa canzone di Rodari a cui ironicamente mi riferisco.

Ma per quanto sia una poesia eccezionale, come l’autore straordinario che l’ha scritta, non siamo qui per raccontare filastrocche né a pettinare le bambole.

Mi sto riferendo ironicamente ai padiglioni di vaccinazione anti-covid che stanno assediando le piazze italiane.

fiore

Sembrano quasi un parco gioco per bambini.

E, se parliamo a livello di comunicazione simbolica, il Covid tutto evoca, fuorché i giorni felici del grande giardino segreto dell’infanzia.

Questi enormi centri mobili hanno come stendardo le primule rosa, con un design che, nella grafica, ci riporta agli albi illustrati.

Le primule, questi fiori che si stagliano nelle nostre piazze, ci lasciano ancora più convinti che la luce in fondo al tunnel comincia a intravedersi.

Così il commissario straordinario all’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, ha presentato la campagna di vaccinazione.

Andiamo in analisi tecnica della campagna.

Così almeno evito di dare opinioni affrettate.

Partiamo dal titolo:

L’ITALIA RINASCE CON UN FIORE

Per mesi hanno dipinto il virus con il nero di seppia della paura e il puzzo pungente di un terrore fatto di morti, assenza di speranza e lockdown in cui ogni passo falso o scavalco territoriale faceva pensare ad una totale assenza di responsabilità etica e civile.

In questi lunghi 290 giorni di Covid i fiori dei nostri cuori sono pressochè appassiti e di concime fiducioso nemmeno l’ombra.

Ed ora, come se fosse arrivata la pozione magica, lo Stato dipinge i padiglioni di bianco e di rosa.

Mancano solo clown e unicorni luccicanti che indicano sorridenti la via dell’ambulatorio, magari con sottofondo strumentale di un’orchestra all’entrata che echeggia “mettete dei fiori nei vostri cannoni”.

Nemmeno all’interno, fossero distribuiti abbracci e coccole, carezze  e sguardi. Ingredienti che davvero sono mancati ai nostri cuori e alle nostre anime in questo lungo periodo.

Particolari dettagli che realmente hanno reso questo periodo  indimenticabile. 

Ricordo che il calore umano produce ossitocina, la benzina dell’amore. Ed altre sostanze che forse, dovremmo inserire nei dispenser accanto ai gel igienizzanti che troviamo ormai ovunque.

No.

Vi ricordo che nei padiglioni facciamo dei bei siringoni!

Iniezioni di vaccini che ad oggi, sono ancora nel mistero e nella polemica.

Un bel design fa sempre effetto ma ricordo anche che una bella carta da regalo non necessariamente rende il dono bello.

Tutto questo mi ricorda piuttosto la favola di Hansel e Gretel e il loro ingresso nella casa di pandizucchero: tanto buona e colorata all’esterno e …beh, vi ricordate sicuramente gli interni.

Andiamo avanti con il verbo selezionato: “RINASCERE”.

A cosa di solito si affianca il concetto di RINASCITA

Si riferisce spesso alle piante e, detto francamente, questa campagna mi porta a evocare quanto l’Italia in questo anno sia diventata un vegetale.

Altre accezioni cui connota questo verbo sono i capelli, i peli, le unghie che come associazioni di idee mi pare poco azzeccato (vista la batosta tra l’altro che il settore estetico ha subito).

Come verbo mi parrebbe più azzeccato RIPARTIRE.

Perché ci siamo fermati e adesso le nostre energie devono indirizzarsi al massimo verso l’ultima salita, l’ultimo sprint (o almeno questa è la speranza di tutti) che ci porterà alla vetta della libertà.

fiore

Non voglio essere polemica.

Nè negativa.

Ma mi occupo di comunicazione. Per la precisione “efficace”.

Quella autentica. Empatica. Strategica.

E in tutto questo racconto, in questa campagna tanto importante quanto sensibile eviterei di trattarci come bambini che hanno paura.

Avrei puntato sulla consapevolezza, avrei dedicato spazio alla professionalità dei medici che si metteranno da veri leader di fronte e come esempio per questa vaccinazione.

Avrei investito tempo e risorse sulla ricerca più che sulla pubblicità.

Cari ministri, i padiglioni bianchi e sterili vanno benissimo.

Gli Investimenti mettiamoli altrove, ce n’è bisogno.

E magari iniziamo con un nuovo messaggio: non più “andrà tutto bene”.

E’ finita e siamo pronti a RIPARTIRE!

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