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La Maestra e il licenziamento inopportuno!

Una maestra si è ritrovata improvvisamente a vivere un incubo quando le sue foto più intime sono state inviate in una chat.
Una maestra si è ritrovata improvvisamente a vivere un incubo quando le sue foto più intime sono state inviate in una chat.

Una maestra di Torino si è ritrovata improvvisamente a vivere un incubo.

L’incubo è iniziato quando le sue foto più intime e private sono state fatte girare in una chat di calcetto. Foto che ritraevano atti sessuali consenzienti fra adulti consapevoli.

Ad essere imputato, non solo legalmente ciò va da sé, ma soprattutto moralmente, sarebbe dovuto essere il diffusore di questo materiale. Il suo ex. 

Colui che commettendo un illecito penale ha divulgato le immagini in questione, che ha tradito la fiducia di una donna e ha dimostrato la maturità di un bimbo di 3 anni.

Colui che ha dimostrato scarsissimo esercizio della morale, dell’etica, del rispetto verso una donna, una persona.

“Uccisa dentro” così si è sentita la maestra colpevole di niente, nell’apprendere la notizia.

è stata“Uccisa dentro” quando le è stato detto di non denunciare altrimenti tutti avrebbero saputo ancora di più, come se a vergognarsi avrebbe dovuto essere lei, e non il divulgatore.

“Uccisa dentro” quando addirittura la preside della scuola per cui lavorava l’ha portata davanti a tutte le maestre (Santa Inquisizione???) sottoponendola ad una gogna pubblica per costringerla a licenziarsi.

Ci mancava solo la lettera scarlatta per la maestra!!!

I fatti risalgono al 2018. E’ stata un’amica ad avvisarla, il 26 marzo, che il suo allora fidanzato aveva reso pubblico ciò che mai avrebbe dovuto esserlo, ma rimanere nella sfera privata di una coppia, di un trio, di un quartetto, di due o più adulti, innamorati o meno, che decidono di avere un incontro sessuale.

Quella stessa sera la donna, sconvolta, chiama il suo ragazzo chiedendogli un incontro e soprattutto che rimuova le immagini.

La risposta dell’uomo (uomo???) in questione ha dimostrato, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, tutta la grettezza e l’assenza di morale, ed il maschilismo e la misoginia possibile: siccome la loro era stata una relazione basatasi solo sull’attrazione fisica lui era legittimato a fare ciò che ha fatto.

E’ certo: l’eterna e squallida divisione fra “donne per bene“ e “donne per male”, la maestra secondo la logica (logica????) del “signore” è facente parte della seconda categoria.

Ebbene, “signore” le do una notizia: questa divisione non esiste. E’ solo figlia del pregiudizio di cui lei è intriso, lei e la gente come lei.

Lei e tutti quelli/e che hanno chiesto a gran voce la testa della maestra, colpevole di disporre a proprio piacimento di se stesa e del suo corpo.

Lei  ed i  papà e le mamme che non l’hanno ritenuta degna di insegnare ai loro pargoli, per cosa?

Perché ha fatto sesso? Ma i loro figli sono nati tutti per virtù dello spirito santo?

O “certe cose” si fanno solo se la coppia è sposata, e soprattutto se la moglie è un po’ “fredda e distante”?

O solo per procreare?

Il desiderio colpevole

Diciamocela tutta grande imputato in questa brutta storia non è chi ha commesso il reato di revenge porn, ma ancora, secondo buona parte dell’opinione pubblica, il desiderio femminile. 

E’ questo ciò che ancora nel 2020 non si perdona alle donne: la non sottomissione a dei ruoli precostituiti. Le donne non dovrebbero desiderare, dovrebbero semplicemente aprire le gambe alla bisogna. 

Ciò che non rientra in questo schema è condannabile, una maestra, poi…. 

Mi è capitato di lavorare come maestra e nessun certificato di verginità mi è stato chiesto.

Ciò che mi colpisce maggiormente è il ruolo delle donne, di talune donne, perché anche sostenere che le donne siano nemiche delle donne significa rafforzare il patriarcato, la preside, le colleghe, le mamme che hanno ritenuto questa donna non più compatibile con il suo ruolo, schierandosi così di fatto con chi ha commesso un atto illegale e non con la vittima; complimenti a voi tutte, avete dimostrato solo la vostra pochezza e la poca capacità di discernimento.

Io chiederei a gran voce le dimissioni della preside e delle colleghe, perché nel mondo che vorrei tutte avrebbero dovuto dire semplicemente alla maestra:

“Bella, andiamo a denunciare, gliele facciamo, metaforicamente, ingoiare quelle quattro foto….!”.

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