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Cos’è una domanda?

Cartesio non avrebbe potuto dire la frase Cogito ergo sum, sive existo! se non fosse stato spinto da una implicita domanda.
Cartesio non avrebbe potuto dire la frase Cogito ergo sum, sive existo! se non fosse stato spinto da una implicita domanda.

Cartesio non avrebbe potuto esprimere la sua celebre affermazione se non fosse stato spinto da una implicita domanda che si agitava dentro di lui e che gli imponeva di rendere chiara la sua intuizione.

Cogito ergo sum, sive existo

Penso quindi sono, ossia esisto! 

Quella domanda gli ha aperto la strada della consapevolezza.

domanda

In ogni affermazione è implicita una domanda.

Una domanda precorre ogni nostra elaborazione.

Ogni nostra elaborazione, ogni nostra considerazione, risponde inconsapevolmente a delle domande implicite che sorgono automaticamente e immediatamente e che il ragionamento utilizza per confrontare ipotesi e teorie per arrivare ad una risposta finale in cui si sono condensate tutte le risposte a tutte le altre domande non espresse sulla situazione su cui stavamo lavorando.

Di solito, rispondiamo automaticamente agli input della vita quotidiana, alle richieste del nostro ambiente lavorativo, alle richieste affettive, alle richieste biologiche del nostro corpo;

ma ogni nostra risposta deriva da decisioni che presuppongono che si sia fatta una scelta, e quindi un confronto tra una cosa ed un’altra, e questo consegue sempre ad una serie di domande che non ci siamo resi conto di porci. 

Ogni scelta, quindi, risponde sempre ad una domanda.

Che significa? Cosa devo fare? Cosa è meglio? A quale scopo?

Queste domande si muovono implicitamente nel nostro ragionamento ma, poiché non percepiamo la loro presenza, ci sembra di rispondere di getto, come se la nostra risposta non provenisse da una decisione, da un ragionamento, da una domanda. 

La nostra vita è un susseguirsi di scelte.

La maggior parte delle volte, non sappiamo di aver scelto, semplicemente pensiamo di aver agito di converso alla richiesta che ci è giunta. Ma noi scegliamo sempre, e lo facciamo consapevolmente o inconsapevolmente.

Noi scegliamo anche quando reagiamo.

Ovviamente, agire e reagire rispondono diversamente ad un problema.

Quando agisco, il motore dell’azione è il ragionamento: ho un problema, faccio una serie di ipotesi di risoluzione, scelgo quella che mi sembra più adeguata in quel contesto e agisco.

Quando reagisco, agisco ciò che in quel momento percepisco istintivamente come più favorevole per me.

La differenza tra una azione e una reazione, è che l’azione è volta verso un obiettivo che mi sono dato in considerazione di una serie di fattori ambientali ed emotivi.

Nella reazione, l’obiettivo è predefinito dal mio sistema di allarme interiore che vuole preservami da ogni possibile pericolo e che conosce poche strade e rigide per farlo: scappare, attaccare, congelarmi. Focalizzata all’evitare il peggio, la mia reazione non si preoccupa né di di indagare sul contesto che l’ha stimolata, né delle conseguenze che potrà provocare. L’urgenza del pericolo che percepisco, mi impedisce di ragionare su cosa è meglio fare, devo solo uscire al più presto da quella situazione.

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A volte non conosciamo l’origine del nostro malessere e dei nostri comportamenti, e quindi ne traiamo delle conclusioni che non sempre ci aiutano realmente. Capire le domande implicite a ciò che proviamo o che facciamo, è la strada maestra alla ripresa del nostro potere personale e al cambiamento.

Domandare è ciò che attiva i meccanismi dell’analisi e della ricerca di senso in ciò che è alla nostra attenzione.

Una domanda è una richiesta di informazioni, è il modo in cui il desiderio o il bisogno cercano di capire di più su qualcosa. 

La domanda, l’analisi, la scelta e la risposta

sono i processi che il pensiero utilizza, e sono legati al bisogno di valutare il mondo per creare e utilizzare le migliori strategie per la sopravvivenza e per il successo. 

Il pensiero crea ipotesi utili a definire le realtà esterna e interna ed evidenzia le azioni utili ad agire su di esse. 

La creazione di un’ipotesi è sempre collegata alla realtà che si sta processando attraverso domande, il più delle volte implicite, su cosa sia, come sia e perché. 

Il pensiero, è ciò che ci da il senso di noi stessi come parte dell’esistente

Se ancestralmente, come tutti gli altri animali, cercavamo di adattare il nostro corpo alle esigenze dell’ambiente esterno, oggi la capacità di essere coscienti di noi stessi ci ha permesso di confrontarci consapevolmente con l’ambiente utilizzando non più solo le strategie biologiche di compenso del corpo, ma anche le nostre capacità mentali per costruire nuove strategie e agire concretamente su di esso.

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Se prima eravamo costretti ad adattarci al freddo, alla fame, al pericolo dell’aggressione e della morte, la nostra capacità di pensare in prospettiva, di porci domande sulla vita e su noi stessi, ci ha reso capaci di costruire ambienti fisici più protetti, e tramite questi, di raggiungere maggiori spazi di serenità.

Questi spazi di serenità ci hanno permesso di avere tempo per ragionare su di noi e sul mondo.

Da un pensiero centrato alla risoluzione dei problemi per la sopravvivenza, ci siamo spinti verso la costruzione di sogni che ci elevassero ad un livello ancora più profondo di consapevolezza che ci ha emancipato dalle ristrettezze della sopravvivenza.

Questa capacità di pensiero metafisico, ci ha aperto le porte alla costruzione del futuro.

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