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ODIO ROSA SUL WEB

In questa giornata voglio celebrare alcune donne che hanno fatto sentire la propria voce contro l'odio e la violenza femminile.
In questa giornata voglio celebrare alcune donne che hanno fatto sentire la propria voce contro l'odio e la violenza femminile.

Internet amplifica l’odio rosa sul web.

In questa giornata internazionale contro la violenza sulle donne, voglio celebrare  alcune delle tante blogger e influencer che hanno dichiarato apertamente e con campagne attiviste contro la violenza (fisica, psicologica e soprattutto nel web) rivolta alle donne, specialmente in questo periodo.

Odio rosa on-line

Intanto una premessa: una donna ha tre volte in più il rischio di essere vittima di aggressioni online e avance davvero spinte sui social.

Lo conferma il barometro dell’odio di Amnesty International.

Internet è un amplificatore della società. 

Ricordiamocelo.

Oltre il 70% della popolazione è sui social quindi i comportamenti abituali disegnano un panorama sociale che non possiamo evitare di valutare.

odio

Inoltre, si va oltre.

L’odio sul web in molti casi si trasforma in concrete manifestazioni di violenza.

Pedinamenti, telefonate stalking, fino ad arrivare ad aggressioni vere e proprie.

E questo spaventa.

Questo odio fa paura.

Ed avere paura della propria incolumità e privacy pur non avendo nulla da nascondere crea sicuramente stress emotivo e sfiducia.

In questo articolo voglio dedicare attenzione e celebrare le donne che, sul web, si espongono con coraggio e affrontano, pur nella paura ammessa anche pubblicamente di essere perseguite, questi temi tanto complessi quanto importanti.

Blogger e Influencer contro l’odio

Partiamo da Camihawke e Silvia Semenzin che qualche giorno fa, erano ospiti a Basement Cafè (canale youtube di informazione molto innovativo e intelligente a mio avviso).

Sono due esempi molto rockpink di questo tema.

Silvia studia cosa succede con “la digitalizzazione dei corpi ” come appunto la chiama lei.

Si occupa nello specifico di sociologia digitale ed in pratica, semplifica lei stessa, “ studia le persone su internet e le varie contaminazioni reciproche che ci sono tra tecnologia e comportamenti.”

Dalla sua intervista comprendo subito che è una donna intelligente, perchè va in fondo: al significato delle parole, al significato di certi comportamenti borderline e non, che possono amplificare e migliorare la qualità della vita oppure deteriorarla.

Studia, cerca e ricerca. Parla con cognizione di causa, è veramente forte!

odio

E poi arriva Camihawke, una content creator digitale con più di 1 mln di follower su Instagram.

Mi piace subito, perchè cazzuta e diretta.

La sua linguistica spigliata, veloce, complessa ma fresca e consapevole mi stimola a riflettere, mi ispira a comprendere quanto troppo spesso la società parla dei millenials in modo giudicante e superficiale.

E lei è giovane ma è una guerriera. 

E molto onesta: “è un mondo in cui esponi il fianco, in cui ti esponi alla critica e questo, per quanto compreso nel prezzo ti espone a stress e difficoltà emotive. Ma l’ho scelto io quindi decido di gestirlo a modo mio”.

Come il  limite da porre che lo dice chiaramente e senza filtri, lo decide lei. 

Ed è questa la comunicazione che piace a me.

E’ questa la libera scelta.

La libertà di espressione

non è libertà di aggressione, odio

Perchè offendere?

Perché  chiamarti “troia” non è libertà di espressione (ribattono Silvia e Cami) è’ maleducazione.

Cosa ci fa pensare che una foto nuda su Fb o Instagram voglia esclusivamente significare “digital sex”?

Il consenso è la parola chiave.

Normalizzare la sessualità su internet è il vantaggio di quest’epoca.

Normalizzare offese, violenze e comportamenti che superino il limite della libertà altrui credo sia davvero inammissibile.

odio

Anche la Ferragni ha postato un manifesto in cui denuncia apertamente ogni forma di violenza, dichiarando senza peli sulla lingua il suo disdegno per le migliaia di violenze nascoste dalla paura (del giudizio e non solo) che le ragazze le confidano privatamente ogni giorno.

Altro esempio degno di nota è sicuramente Carlotta Vagnoli: blogger fiorentina irriverente e intelligente, pungente e seducente. Sta scrivendo un libro ed è anticonformista per natura. I suoi contenuti sono al limite della punteggiatura, ma davvero incisivi e molto educativi.

“Basta guardare la realtà, iniziamo a vederla”.

Anche lei denuncia spesso le continue violenze e i comportamenti del c***o, come li chiamerebbe lei, che devono essere interrotti.

odio

E quindi? Da dove partire?

Cosa fare per ridurre ed eliminare questi comportamenti?

Educare.

Parlare di questi temi.

Far conoscere la sessualità in modo intelligente, trasferendo il messaggio importante della consensualità.

Ognuno di noi è libero.

Ma quella libertà finisce dove inizia quella degli altri.

Condividere materiale altrui senza consenso dell’interessato è illegale.

Offendere e utilizzare linguaggi violenti è reato!

La violenza piscologica, digitale o non, è un oltraggio all’umanità.

Nessuno deve diventare vittima di questo sistema malato e assurdo.

Nessuno deve più giustificare o scusare questi comportamenti.

Non è la gonna troppo corta o la tua nudità a dare il permesso di entrare nel tuo letto o nel tuo profilo, se tu non vuoi.

Ringrazio personalmente e professionalmente le donne che ho menzionato e quelle che non conosco ma che ogni giorno si espongono coraggiosamente.

Perché siete esempio.

Perché siete guerriere.

Perché date voce a comportamenti palesemente tossici, senza tamponi o riserve ma in modo esplicito e pulito.

C’è bisogno di cambiare.

C’è bisogno di switchare!

C’è bisogno di dire basta.

Non è nascondendosi  e con la censura che si toglie la paura.

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