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Aborto: oscurantismo a Macerata

Nel 2020 sentire le affermazioni di Don Andrea sull'aborto e l'abuso sui minori è grottesco e pericoloso per la libertà di tutti.
Nel 2020 sentire le affermazioni di Don Andrea sull'aborto e l'abuso sui minori è grottesco e pericoloso per la libertà di tutti.

 “E’ l’aborto mica la pedofilia l’abominio più grave”,

così parlò Don Andrea Leonesi, vicario del vescovo di Macerata, durante la messa del 27 ottobre 2020.

“Guardate, fratelli, possiamo dire tutto ma l’aborto è il più grave degli scempi. Mi verrebbe da dire una cosa, ma poi scandalizzo mezzo mondo. E’ più grave un aborto o un atto di pedofilia? Scusate, il problema di fondo è che siamo così impastati in una determinata mentalità…. Con questo non voglio dire che l’atto di pedofilia non sia niente, è una cosa gravissima. Ma cosa è più grave?”

Ce lo dica Lei, egregio Don Andrea, cos’è più grave?

Ammesso che una domanda simile sia pertinente in qualsivoglia contesto….

Allora, è più grave la libera scelta di una donna, adulta e consapevole, di interrompere una gravidanza  (qualsiasi sia il motivo che spinga una donna a rivolgersi alla 194, le donne non devono sempre “portare la croce” e scusarsi per le loro scelte, o, ancora, giustificarle!!!) o l’atto ignobile (il più ignobile!!!) di un uomo (o una donna) che compie una violenza su un bambino/a?

E’ davvero pensabile equiparare le due cose ed anzi sottintendere addirittura che sia meno grave un atto di pedofilia rispetto ad un aborto?

E’ possibile in un Paese laico, democratico, durante un’omelia lasciarsi andare a queste farneticazioni, degne del peggiore oscurantismo medievale?

aborto

L’omelia era iniziata con l’elogio alla Polonia, che ha varato “una legge per cui anche il feto malformato non si può abortire. Oggi una cosa simile provate a dirla in Italia. E’ pur vero che Santa Faustina aveva avuto un’ispirazione: la rinascita della Chiesa sarebbe iniziata dalla Polonia”.

E se lo dice Santa Faustina….

Questo l’incipit, che si conclude ancora più “degnamente”: “il sacramento cristiano del matrimonio prevede la sottomissione della moglie al marito…”.

E’ questo l’ipse dixit dell’egregio Don Andrea nella sua omelia/comizio (si è anche auspicato “che il Signore ci conceda una nuova generazione di politici cristiani che invertano la tendenza”).

Un coro di proteste, non poteva essere altrimenti, si è levato.

Fra tutte si è fatta sentire la voce di Sinistra Italiana, che ha chiesto al mondo cattolico tutto di prendere le distanze dal “negazionismo, oscurantismo, maschilismo esasperato. Una visione della società arcaica e patriarcale di fronte alla quale il silenzio e l’indifferenza non sono ammessi”. 

Le donne di “Non una di meno” hanno organizzato una manifestazione di protesta a Macerata. 

aborto

Che la Chiesa e l’intero mondo cattolico, salvo qualche illuminata eccezione, siano da sempre schierati contro l’aborto non è una grande novità, così come non lo è l’ingerenza nella vita politica.

Le omelie/ comizio non sono un’invenzione di Don Andrea, basta andare neanche così tanto indietro nel tempo e ripercorrere con la memoria le battaglie appunto per l’aborto, il divorzio e la fecondazione assistita; oppure ancora gli slogan a sostegno della Democrazia Cristiana: “ Dio ti vede, Stalin no”.

Ma nell’anno di grazia 2020 sentire determinate affermazioni è grottesco, oltre che pericoloso per la libertà di tutte e tutti.

Se davvero esistesse un Dio, cosa della quale personalmente dubito, è proprio Don Andrea che dovrebbe scusarsi.

Nel frattempo può comunque scusarsi con tutte le donne e tutti gli uomini che hanno avuto la ventura di ascoltare le sue parole e, soprattutto, con tutti i bambini e le bambine che hanno subito violenza.

Don Andrea è stato capace di paragonare ciò che è legale (l’aborto in Italia non è un reato!!!) con ciò che non potrebbe mai essere legale (l’abuso sui minori).

E’ stato capace di assimilare una libera scelta ad un sopruso, anzi facendo capire, neanche così sommessamente, che sia preferibile (o meno punibile, o meno “peccaminoso”) un atto di pedofilia rispetto ad un aborto.

Don Andrea si scusi e si penta Lei.

Parafrasando Gian Maria Volontè: “ Il popolo non è più minorenne”.

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