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Informazione o disinformazione, questo è il dilemma?

in questi giorni se aprite i giornali o se guardate i telegiornali assisterete ad uno dei periodi più lunghi di disinformazione della nostra repubblica. cerchiamo di capire perchè.
in questi giorni se aprite i giornali o se guardate i telegiornali assisterete ad uno dei periodi più lunghi di disinformazione della nostra repubblica. cerchiamo di capire perchè.

Informazione = dare dei contenuti di valore al lettore, che permettano di ampliare la propria visione e formare un’opinione personale.

Disinformazione = fornire una visione non corretta della realtà che ha lo scopo di generare incomprensione e indirizzare le persone verso una determinata opinione.

In questi giorni se aprite i giornali o se guardate i telegiornali assisterete ad uno dei periodi più lunghi di disinformazione della nostra repubblica.

Quello che stiamo vivendo in questi giorni di pandemia e grossa crisi sociale sicuramente impatta in modo significativo nella nostra normalità; perchè oltre al danno stiamo anche vivendo alla beffa.

In un momento di crisi, non c’è cosa peggiore, della disinformazione.

informazione calda

Questa NON informazione è sicuramente funzionale a generare uno stato di paura e sospetto; dico questo perchè quando si vive nella paura si è più disposti ad accettare delle soluzioni per uscire da quello stato.

La non informazione come forma di controllo

Questa pandemia, oltre a riempire le nostre giornate sta riempiendo anche la nostra informazione in un modo eccessivo e sicuramente poco funzionale.

oddio, di funzionale qualcosa ha, non per noi cittadini ovviamente, ma per i nostri politici; perchè non c’è popolo più docile di quello spaventato.

Qui serve una precisazione sui sistemi di informazione:

i giornali e i telegiornali di base hanno libertà di informazione, perchè non sono soggetti alla censura o all’omologazione.

informazione

Per questo possiamo assistere a testate giornalistiche che spesso sono soggette a critiche viste le loro posizioni estreme

E’ anche vero che alcuni canali, come i telegiornali, dovrebbero rendersi conto di quanto sono influenti sui cittadini.

Essere coscienti significherebbe anche dover usare uno stile narrativo diverso, più votato alla speranza che alla paura.

Ma sappiamo bene come la paura e le tragedie siano molto più attrattive rispetto alla speranza.

Apatico per colpa dell’informazione

Il ruolo dell’informazione è quello di informare appunto, non quello di spaventare.

Anche perché, ripetere in modo quasi autistico, sempre le stesse informazioni non fa accrescere l’interesse o la comprensione, ma produce l’effetto opposto nelle persone.

Il disinteresse nasce da due basi diverse:

Da una parte non ci interessiamo perchè l’argomento non rientra nei nostri interessi.

Dall’altra parte smettiamo di interessarci perchè siamo saturi di quel tipo di informazione.

informazione

In questo momento di pandemia, molti comportamenti non funzionali, credo fortemente che siano mediati anche da questo aspetto.

Durante il primo lockdown, tutti noi comprendevamo la necessità di fare sacrifici per debellare la pandemia; infatti il tono emotivo che si respirava era quello della speranza, dell’unione e della comunità.

Passato quel periodo siamo tornati alla normalità, commettendo l’errore peggiore, non abbiamo fatto tesoro dell’esperienza passata.

Quindi davanti all’OVVIO ritorno della pandemia (che non era stata debellata, ma solo contenuta) ci troviamo di nuovo a fare sacrifici.

Quello che cambia ora è che intorno a me vedo solo, rabbia e paura.

E la scelta degli organi di informazione di propinarci costantemente quasi solo i dati e gli effetti della pandemia, non penso che sia funzionale.

informazione diversa

Cambiare significa vedere il bello

Ora come ora credo che abbiamo poche soluzioni reali davanti ai nostri occhi. 

Dobbiamo accettare che la pandemia ancora persiste e dobbiamo fare tutto il necessario per farla finire.

Dobbiamo allenare il nostro senso critico per non essere inglobati nella spirale di un’informazione che ci vuole solo spaventati, perchè il futuro può essere migliore di così.

Abbiamo il dovere di informarci in modo funzionale, sulla stessa notizia dobbiamo vedere almeno 5 versioni prima di decidere quale seguire; perchè anche come vengono date le notizie modifica come le assimiliamo.

Ed infine dobbiamo ricordarci che informazione significa scoperta, interesse, ricerca, passione ed espressione.

Davanti al dilagare di una disinformazione preoccupante la vera cura è essere noi stessi, in prima persona, il veicolo di una visione positiva e costruttiva.

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Michele Quadernucci
Laureato in Sviluppo economico, Cooperazione internazionale e Gestione dei conflitti presso l’Università degli Studi di Firenze, ha ampliato le sue competenze con un diploma triennale di Counseling psicosomatico ad indirizzo comunicativo, olistico, integrato. Ha proseguito le sue formazioni nel campo della formazione e del benessere ottenendo l’Internazional NLP Coaching Certification di Grinder, Bostic e Frausin e diventando formatore nell’uso delle LifeSkills. Lavora per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva nel contesto educativo e formativo, usando la gestione dello stress e delle emozioni come base per una didattica innovativa; negli anni ha sviluppato modelli di lavoro sulle emozioni e sulla didattica legati alle LifeSkills e all’intelligenza emotiva, che permettono di ottenere risultati eccellenti, ecologici e ripetibili.