fbpx

Aborto – La libertà fa ancora paura

Le controversie sull'aborto investe nuovamente la Polonia. Questo perché la Polonia limita ancora di più il diritto ad abortire in modo sicuro anche quando il feto è malformato.
Le controversie sull'aborto investe nuovamente la Polonia. Questo perché la Polonia limita ancora di più il diritto ad abortire in modo sicuro anche quando il feto è malformato.

Le controversie sull’aborto investe nuovamente la Polonia

Questo perché la Polonia limita ancora di più il diritto ad abortire in modo sicuro anche quando il feto è malformato.

Questa è la notizia e se dessi retta al solo impatto emotivo che questa notizia attiva in me, come donna femminista, come donna laica e impegnata nella tutela dei diritti civili e umani, potrei dare spazio solo alla mia voce furiosa.

Ma scelgo di fare una cosa differente e usare quel pizzico di razionalità che mi serve per dare voce a una parte molto preoccupata da un punto di vista professionale.

Come consulente sessuale non posso non legare questa legge sull’aborto a quella già approvata dalla camera del Parlamento, dove l’educazione sessuale diventerebbe di fatto fuorilegge. 

Questa legge sull’aborto vieta una azione e in contemporanea i processi educativi per renderla meno frequente.

A me non pare proprio una cosa intelligente ma più una interferenza religiosa e moralista che tende all’indottrinamento; all’imposizione di uno stile di vita piuttosto che all’educazione; e alla tutela delle donne che non avranno comunque scelta se non quella di fare aborti clandestini e pericolosi.

I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dicono che “ogni anno tra il 4,7% e il 13,2% dei decessi materni può essere attribuito ad un aborto non sicuro”; e che “Le stime dal 2010 al 2014 hanno mostrato che circa il 45% di tutti gli aborti non erano sicuri”, 

E sempre i dati ci dicono che i paesi dove vi sono buone leggi sull’interruzione volontaria di gravidanza e una azione socio- sanitaria articolata tipo i consultori, hanno visto gli aborti in calo nel corso del tempo

Per una volta l’Italia potrebbe essere d’esempio all’Europa visto che nell’ultimo rapporto presentato dal Ministero della salute su dati 2018 vi è un calo di oltre 60%.

L’aborto è l’ultima scelta e per essere tale dovrebbe presentare delle alternative fatte di:

  1. sostegno alla maternità e alla genitorialità,
  2. azioni che evitino il gender gap di carriera e salariale; che colpisce molte donne che decidono di diventare madri rinunciando, di fatto, ad una completa espressione di sè stesse oltre la maternità
  3. consapevolezza sessuale.

La consapevolezza sessuale necessita di educazione sessuale che è ben altro da qualche lezione sull’apparato genitale, i meccanismi riproduttivi, e l’elenco dei metodi della contraccezione. Questo modello si sa che non funziona né sulla consapevolezza, né sul far diminuire le interruzioni di gravidanza.

L’educazione sessuale ha delle linee guida Europee dal 2010.

L’ultima versione come guida di realizzazione è del 2019, dove viene presentata come un processo dinamico lungo tutto l’arco della vita in cui si sviluppano competenze emotive, cognitive, relazionali e pratiche per affrontare i temi della sessualità.

aborto libertà

L’educazione fatta bene non è volta solo al sapere ma deve mettere in condizione di sapere fare le cose e di saper essere nelle cose.

Sapere che esiste un contraccettivo non vuol dire avere la capacità emotiva o anche solo tecnica di usarlo.

Sapere che puoi dire no non significa saperlo dire in modo chiaro o sapere gestire le emozioni; i sensi di inadeguatezza o le pressioni esterne che quel no porta con se.

Le tabelle riportate nelle linee guida europee sono significative perché; per fasce di età, definiscono quali debbono essere le Informazioni, le Competenze e gli Atteggiamenti a cui mirare. Inoltre precisano con chiarezza che il percorso deve essere continuativo e formale.

 Chi si occupa di salute, educazione, crescita personale sa bene che le cose represse sono sempre lì, pronte a esplodere come vulcani dormienti.

 Vi è anche questa strana credenza che la sessualità sia una cosa che non necessiti di educazione, che sia “istintiva”, spontanea. Un fatto strano visto che educhiamo i nostri figli a tutto, anche a masticare il cibo.

Ma non ci permetteremmo mai di fare leggi contro la non abilità a deglutire. L’impossibilità economica a nutrirsi, o anche, al come e cosa e quando si deve mangiare. Punteremmo sulla educazione e la tutela sociale.

vorrei concludere con una citazione

“È essenziale che ci si renda conto una volta per tutte che l’uomo è molto più una creatura sessuale che una creatura morale. La prima è inerente, la seconda è posticcia.”

Emma Goldman

Anna Bernardi
Dal 1996 sono Infermiera e già dai primi anni di lavoro mi sono accorta che la parte che amavo coltivare del lavoro era quella relazionale La mia curiosità mi ha spinta verso lo studio di modi differenti e integrati del prendersi cura delle persone e il mio incontro con la Dott.ssa Balconi Loredana e il Dott. Alessandro Quadernucci e la loro Accademia del NEI(Integrazione Neuroemozionale) prima, e poi con la Dott.ssa Milena Screm e il suo modello di Breathwork e counseling a mediazione corporea  mi hanno permesso di dare forma e sostanza professionale a questa mia passione. Fra i mille corsi più o meno lunghi di mindfulness, gestione del dolore, comunicazione, master per conduzione di gruppi e gestione delle coppie in counseling ho incontrato la sessuologia che ho approfondito presso una delle più vecchie scuole di sessuologia, il CIS-Centro Italiano di Sessuologia., dove ho conseguito il titolo di Consulente sessuale dando struttura e sostegno a un ambito di cui mi occupavo da anni come professionista e come persona.