Conosciamo tutti Google maps: un’applicazione che ha salvato molti di noi dalla vergogna di dover chiedere informazioni a sconosciuti.
Da quanto affermato dai suoi sviluppatori questa app potrebbe, a breve, salvarci anche da qualcosa di più grave, la pandemia di Covid-19.
Dico questo perché, nelle intenzioni di Google, c’è la seria intenzione di ampliare le funzionalità di Maps aggiungendo delle informazioni sulla capienza dei locali e di quanto affollamento è presente.
Questo viene già fatto in parte da Google maps cioè sappiamo che possiamo vedere da remoto i flussi di gente che statisticamente passano in un dato luogo ad una data ora
La novità sarebbe quella di avere dati in diretta, che ci avvertono se nel locale nel quale vogliamo entrare sono già presenti una quantità di persone o meno
Il covid ha modificato e continua a modificare la nostra vita quotidiana, perché tra DPCM e personali norme di protezione, ogni giorno dobbiamo reinventarci.
E ormai i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) sono diventati per noi oggetti di uso quotidiano, come i pantaloni o le scarpe.

Spesso, però, li vediamo più come imposizioni che come protezioni.
Quindi quando il genio di qualcuno tira fuori dal cappello del mago un simil DPI che potrebbe proteggerci ulteriormente solo guardando il cellulare, la mia giornata migliora.
Più che mascherine e protezioni varie quello che sicuramente ci protegge dalla pandemia è la distanza individuale, quindi quando un app ci permette di evitare luoghi affollati, possiamo realmente proteggerci in modo più efficace.
Google maps ci permetterà di essere intelligenti!
Ci permetterà di evitare luoghi affollati, dove gli assembramenti sono ovvi e dove il virus può facilmente “saltarci” addosso.
OK, grande Google ma ne avevamo bisogno davvero?
Cioè si ne abbiamo bisogno, più per una nostra mancanza di visione collettiva che di reale necessità
Permettetemi un esempio: di base nessuno di noi avrebbe bisogno di Google maps, perché per arrivare in un luogo potremmo tranquillamente accendere il cervello e arrivarci da soli.
Ormai, però, siamo così tanto disabituati e abbiamo così tanti strumenti che pensare non è più una delle nostre peculiarità.
Stiamo diventando una popolazione inadatta alla vita, perché ci affidiamo a mezzi esterni per i nostri scopi.
Il problema è che prima o poi questi mezzi falliranno e ci troveremo, con terrore, a doverci tirare fuori dai guai con la consapevolezza di non saperlo più fare.
Se per caso vi trovate nel deserto, il Google maps si spegne cosa fate?
Rimanete fermi ed immobili aspettando di trovare segnale o vi muovete in cerca di una via d’uscita?
Ecco io credo che ormai siamo una generazione destinata a morire in quel deserto, perché più mi guardo attorno più vedo persone curve sul cellulare che con gli occhi sulla strada

Un aperitivo con Google Maps
Quindi, anche sul Covid non vedo troppe differenze: dovrebbe essere normale durante una pandemia tenere i comportamenti sanitari corretti.
Non ci dovrebbe pesare l’idea di modificare la nostra vita nell’ottica di uscirne il più velocemente possibile.
Invece le nostre pagine di giornali raccontano che questo non succede, tipo la festa con 60 persone che è stata interrotta dai carabinieri, con immagino sommo stupore dei loro partecipanti.
Quindi, visto che come esseri umani non siamo in grado di comprendere due semplici regole forse, e dico forse, abbiamo davvero bisogno di un’app che ci aiuti in questo.
È triste per me dire ciò, perché sono convinto che le persone siano intelligenti, ma a questo punto credo anche che se maometto non va alla montagna sarà la montagna ad andare da maometto.
Quindi aspetto con interesse questa nuova funzione di Google maps, perché se non riusciamo a rinunciare ai nostri aperitivi dobbiamo necessariamente trovare locali meno affollati
Altrimenti di aperitivi con gli amici ne faremo sempre meno perché o saremo chiusi in casa o dentro delle bare.
