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Giustizia è fatta

Da “C’era una volta ad hollywood” a “Django Unchained”, da “Bastardi senza gloria” a “Pulp fiction”; Tarantino stravolge la storia e si diverte a modificarla per farla diventare come sarebbe stato giusto andasse.
Da “C’era una volta ad hollywood” a “Django Unchained”, da “Bastardi senza gloria” a “Pulp fiction”; Tarantino stravolge la storia e si diverte a modificarla per farla diventare come sarebbe stato giusto andasse.

La giustizia è una forma di cura.
Il cinema è una forma di cura.
La cosa che più mi colpisce in Quentin Tarantino (e che me lo fa adorare) è la sua capacità di riscrivere la storia e la realtà, la sua capacità e il piacere che prova nel “metterla a posto”.

Da “C’era una volta ad hollywood” a “Django Unchained”, da “Bastardi senza gloria” a “Pulp fiction”; Tarantino stravolge la storia e si diverte a modificarla per farla diventare come sarebbe stato giusto andasse. 

E lo fa con soddisfazione, ed è una soddisfazione che contagia lo spettatore che, finalmente, vede le cose rimesse al loro posto.

Quando fa uccidere nel modo più tremendo ed esilarante gli assassini di Sharon Tate; quando fa uccidere a bruciapelo il proprietario schiavista dal dentista tedesco che si giustifica dicendo: “scusate, non ho saputo resistere”.

Oppure, quando fa bruciare Hitler in un incendio innestato dalla ragazza a cui le SS hanno sterminato la famiglia; e quando il tenente americano incide con un coltello una svastica sulla fronte del gerarca nazista assassino che non verrà punito per i suoi orrori; quando nel modo più incredibile il pugilatore innamorato riesce a gabbare e a scappare dalle grinfie dei mafiosi. 

In quelle sequenze Tarantino si prende la libertà di dire a gran voce che non gli va bene quello che succede e che è successo, che non è giusto che finisca e che sia andata a finire in quel modo. 

Giustizia deve essere fatta!

Tarantino, giustizia è fatta. Foto credit Max

Una nuova realtà

Tarantino fa qualcosa di più: decide di non fermarsi a piangere sulle ingiustizie del mondo e fa quello che può. E quello che può fare, è sognare e raccontare un’altra storia.

Dire che un’altra storia è meglio ed è possibile, e farla vivere nei suoi film, farla diventare un’altra esperienza reale. 

E reale lo diventa, perché lo spettatore, impressionato emotivamente e visceralmente dalle sequenze, dai colori, dai rumori, dalle musiche del suo film, da quel momento avrà anche quella realtà nei suoi ricordi, ancorata nelle sue emozioni, altrettanto viva quanto e più della realtà di ciò che fu.

La nostra vita, i nostri ricordi, sono una sequenza di eventi emozionanti che si accumulano dentro di noi in un passato indelebile che impronta fortissimamente ciò che viviamo nel momento presente.

La tonalità emotiva delle nostre scelte è spesso dettata da quelle emozioni e non ce ne rendiamo conto: essere fatalisti, preoccupati, dubbiosi; o positivi e fiduciosi. 

È spesso dettata non dall’esperienza con la quale in quel momento ci stiamo confrontando, ma da quello che quell’esperienza significa nei nostri ricordi, in ciò che abbiamo “imparato” dalle esperienze già vissute.

Quantin Tarantino – regia

Ma che cosa abbiamo imparato? 

Siamo bombardati continuamente da una miriade di messaggi, e non tutti positivi: sentenze moralistiche, parole in libertà, interpretazioni, pareri e ipotesi che pretendono di spiegarci ciò che succede, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. 

E se quei messaggi riescono a farci provare delle emozioni, belle o brutte che siano, il nostro cervello se ne impregna, e sotto l’influsso di quelle emozioni inizia ad interpretare la vita.

Il nostro cervello crede alle emozioni.

Se quelle immagini, se quelle parole ci emozionano, allora vuol dire che la realtà è quella, ed allora, bisogna comportarsi di conseguenza.

E allora, Tarantino (non so se volutamente o semplicemente per puro piacere) ci fa provare altre emozioni: dice al nostro cervello che le cose brutte del passato, nei nostri ricordi, possiamo modificarle, possiamo renderle meno brutte, possiamo addirittura riderci sopra.

E, come sappiamo, una risata può essere rivoluzionaria. 

Bastardi senza gloria – risata